Letteratura per l’infanzia la sfida parte da Mestre
MESTRE. «Cosa c’è dietro la letteratura per l’infanzia? Quali sono i principi sui quali si fonda? E su quali convinzioni basano il proprio lavoro coloro che a vario titolo, librai, editori, scrittori, illustratori, bibliotecari, ne fanno il centro della propria professione?». A questa e altre domande vuole rispondere l’iniziativa coraggiosa lanciata dalla libreria per ragazzi “Il Libro con gli Stivali” di via Mestrina, progetto dal titolo “La letteratura per l’infanzia è”, che sta a sottolineare la volontà di approfondire una tematica attuale a partire dal presupposto che spesso ci si ferma alla superficie e ci si accontenta di etichette e slogan.
Per questo è stato chiesto a librai, editori, scrittori, illustratori, a chi ha una frequentazione quotidiana con il mondo la letteratura dell’ infanzia, di esprimere la propria idea su cosa sia la letteratura per ragazzi. Spiega Nicola Fuochi, librario del “Libro con gli Stivali”: «Ne sono nate 32 frasi di partenza, che hanno dato vita a un manifesto e a dei banner che sono stati messi gratuitamente a disposizione di biblioteche e scuole, che ci possono tappezzare le pareti». Manifesti sono stati già richiesti dalla Lombardia, Piemonte, Lazio.
Questo è solo il punto di partenza, poi sarà attivato un sito che raccoglierà contributi di altrettanti scrittori e librai. «Non nascondiamo che l’idea ci è venuta sulla scia della polemica estiva sui libri gender, quando ci si è trovati a confrontarsi su pensieri permeati da luoghi comuni, semplificazioni, la gente non sapeva di cosa si parlava e su questo appiattimento c’è chi ci ha giocato. Non ne facciamo una colpa alla nuova amministrazione, il problema è assai più ampio, la tentazione è quella di avere una visione stereotipata, per questo noi librai abbiamo una grossa responsabilità e forse se di letteratura per ragazzi si parla in un dato modo è perché non siamo stati capaci di divulgare il nostro lavoro».
Un progetto, dunque, apolitico, che non intende far polemica con nessuno, ma solo spingere all’approfondimento e alla riflessione genitori e insegnanti, partendo dal presupposto che «la scelta di togliere alcuni libri dalle scuole sembra ben accompagnarsi a una visione della letteratura per l’infanzia come intrattenimento, una proposta banale e indirizzata ai più piccoli e per questo sterilizzata da qualunque elemento possa rappresentare occasione di confronto».
L’obiettivo è spezzare i luoghi comuni e mettere in moto una riflessione sui contenuti. «Nessuna volontà di politicizzare il tema, né di contrapporsi a qualcuno. La porta delle librerie è aperta a tutti e deve rimanerlo, stare dalla parte dei bambini significa non esprimere giudizi». Riflette: «Come librario a me interessano i bambini e ritengo sia una violenza inaudita nei loro confronti dire che esistono famiglie che non vanno bene e che non rientrano in un modello standardizzato».
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