Lettera al nuovo ministro contro il rettore Carraro
Sette lunghe pagine, metà fitte di parole piene di preoccupazione e metà con un lungo elenco di nomi e cognomi che arriva al numero 162. Sono questi infatti i numeri delle persone che hanno scritto, firmato e inviato mercoledì pomeriggio una lettera al nuovo ministro dell’Istruzione, la professoressa Stefania Giannini, per informarla del clima di poca trasparenza che si respira all’interno dell’Ateneo e sollecitarla «ad agire da garante di democrazia dell'Università».
Sono circa un migliaio le persone che lavorano a Ca’ Foscari nell’ambito amministrativo e dell’insegnamento che include docenti con tutti i tipi di contratto: professori associati, ordinari, a contratto o ricercatori. La lettera si apre con la dichiarazione di una «situazione che sta erodendo gli spazi di rappresentanza democratica dell’Ateneo» per proseguire poi a elencare nero su bianco l’oggetto della preoccupazione di una buona fetta di tutto il personale: prima di tutto la famosa «permuta/compravendita», poi la rappresentanza del Consiglio di amministrazione i cui membri non sono stati eletti dalle varie voci che compongono l’Università, ma calati dall’alto. Segue una nota sulla mai convocata assemblea di Ateneo che, secondo statuto, dovrebbe avere cadenza annuale. «L'indebolimento delle istituzioni democratiche ed assembleari – si legge nel testo - si è inoltre evidenziato in un atteggiamento intimidatorio, che si è manifestato con gravità in diversi episodi». Gli eventi citati sono: l’intervento delle forze dell’ordine chiamate nel 2010 per bloccare una studentessa che si opponeva all’invito come relatore ufficiale di Paolo Scaroni «che aveva patteggiato una condanna di un anno e quattro mesi per corruzione»; le operazioni immobiliari relative a via Torino; la questione dei tre palazzi storici il cui destino è stato comunicato soltanto a fine novembre; la scarsa chiarezza sulla gestione della Fondazione Ca’ Foscari; il gesto di intimidazione subito da una dipendente che, dopo aver posto delle domande sui tre palazzi storici in sede di Senato Accademico, è stata chiamata a rispondere in un «colloquio di chiarimento» poco sereno.
Un grande spazio è stato dato al 15 novembre, giorno in cui si è creata una spaccatura fatale tra studenti e il rettore Carlo Carraro che ha chiamato la Digos e, in seguito, fatto un esposto che ha comportato la denuncia di molti studenti. Al ministro si è ricordato «l’interrogazione parlamentare del 7 febbraio depositata da Giulio Marcon e Alessandro Zan (Sel) e da Giulia Narduolo e Davide Zoggia (Pd)» e rivolta al Ministero dell’Istruzione, Economia e Beni Culturali.
Tra questi 162 hanno firmato i professori emeriti Mario Eusebi, Giovanni Levi e Rosella Mamoli Zorzi e altri docenti di spicco come Paolo Puppa, Filippo Maria Pontani, Filippo Rigopolous, Franca Tamisari, Michela Vanon Alliata, Giorgio Strukul, Giuseppe Marcon, Emanuele Trevisan Semi oltre ai due ormai noti, il decano Guglielmo Cinque e il professor Riccardo Zipoli.
Vera Mantengoli
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