L’esodo il filo conduttore del presepe di sabbia
JESOLO. I grandi esodi nella storia saranno il tema e filo conduttore del presepe di sabbia in piazza Marconi per l’edizione 2016-2017. Jesolo si prepara alla nuova edizione del presepe che ha raccolto nella sua storia ormai 638 mila euro per progetti benefici, migliaia e migliaia di presenze ogni anno, tanto da stupire anche chi lo ha visto crescere sempre di più. E per la nuova edizione è stato scelto un argomento forte, di quelli che possono dividere soprattutto una città in cui la questione migranti solleva discussione e polemiche quotidiane. Perché partendo dagli ebrei con Mosè, quindi la famiglia di Gesù, anch’essa migrante da Nazareth e Betlemme, di migrazioni e grandi esodi è piena la storia, fino ad arrivare ai giorni nostri con le fughe dei migranti dai Paesi in guerra che ci riguardano da vicinissimo.
Mentre Jesolo attende il 2018, quando il presepe di sabbia farà il suo primo ingresso in Vaticano, già confermato, quest’anno la proposta è davvero forte e pregna di significato. Il sindaco Valerio Zoggia non ha esitato ad accettare questa sorta di sfida e gli artisti internazionali si stanno preparando con entusiasmo, provenienti da tutto il mondo per modellare le sculture che arriveranno come sempre ai primi di dicembre, solitamente l’8 della festa dell’Immacolata quando si prevede l’inaugurazione per proseguire fino a febbraio. Le sculture saranno ispirate ai grandi esodi dai Paesi in guerra, nella storia fino ai giorni nostri e ai “rifugiati nel cimitero del nostro tempo”, come ha detto il Papa.
“Quando l’uomo lascia la propria terra”, dunque, questo il filo conduttore che legherà le varie sculture nella tensostruttura che sarà allestita come ogni anno in piazza Marconi. Da non dimenticare che a Jesolo l’artista Carlo Pecorelli ha già realizzato una scultura, con la sabbia evocatoria di Lampedusa, in una performance sulla spiaggia del lido dedicata al bambino trovato senza vita su una spiaggia turca. Il tema della migrazione è più che mai attuale in città, dove sono stati ospitati una centinaio di migranti alla Croce Eossa, non senza qualche ostacoli e tensioni. Ma a Jesolo questi ragazzi hanno trovato le porte aperte e una città che a tratti è stata tollerante e commossa davanti alle loro storie. La prima notte a Jesolo i migranti africani cercavano un telefono. Hanno trovato altri ragazzi jesolani che hanno ascoltato impressionati le loro storie.
Giovanni Cagnassi
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