Leonardo al Louvre, lo scambio scambio con Raffaello

Il ministro: «Prevarrà il rapporto di fratellanza, ma il prestito alla Francia non sarà unilaterale»
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.04.2019.- Il Ministro Alberto Bonisoli alla Mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo". Gallerie dell'Accademia. Nella foto Davanti all'Uomo Vitruviano.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.04.2019.- Il Ministro Alberto Bonisoli alla Mostra "Leonardo Da Vinci. L'Uomo modello del Mondo". Gallerie dell'Accademia. Nella foto Davanti all'Uomo Vitruviano.

VENEZIA. Nonostante la perizia delle Gallerie dell’Accademia avesse dato un parere contrario al prestito dell’Uomo Vitruviano, considerato fragilissimo e di inestimabile valore, il ministro Alberto Bonisoli conferma l’intenzione di prestare l’opera, seppure a delle condizioni.

Il capolavoro di Leonardo sarà a quanto sembra tra le perle italiane che il Mibac offrirà alla Francia, in nome dei «buoni rapporti di vicinato». Non sarà un’offerta a senso unico. L’Italia presenterà i propri gioielli leonardeschi e la Francia i suoi, individuati in alcune opere di Raffaello, celebrato nel 2020 in entrambi i Paesi. A quel punto i beni verranno messi sul piatto della bilancia e si valuterà, «su una base di assoluta fratellanza», che cosa si può fare per venirsi incontro.

Il capolavoro, esposto dopo cinque anni di buio del caveau, potrebbe quindi uscire per la prima volta dall’Italia, all’interno di uno scambio reciproco, considerato anche il parere favorevole dell’Opificio delle pietre dure.

Ieri il ministro è arrivato a Venezia per l’inaugurazione della mostra, dove lo hanno raggiunto le più alte cariche delle forze dell’ordine, il prefetto Vittorio Zappalorto, la vicesindaca Luciana Colle, il presidente della Biennale Paolo Baratta e il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi. Dopo la visita ufficiale, Bonisoli si è fermato qualche minuto e, alla domanda se l’Uomo Vitruviano avrebbe potuto alleviare le ferite della Francia per l’incendio di Notre Dame, il ministro ha chiarito che non si è ancora deciso, che ci sono alcune verifiche in corso e che comunque adesso, dopo quanto successo a Parigi, le priorità sono altre e che «c’è tempo per tutto».

Tuttavia ha aggiunto: «Noi stiamo ragionando con il governo francese per darci una mano reciprocamente e rendere omaggio a quelli che sono due grandi geni (Leonardo e Raffaello, ndr). I francesi ci metteranno a disposizione alcuni oggetti di arte per celebrare Raffaello l’anno prossimo e noi, a nostra volta, vedremo di offrire qualcosa per celebrare al meglio Leonardo nelle mostre che i francesi faranno nella seconda parte dell’anno».

Bonisoli non ha detto quali sono le opere che l’Italia vorrebbe, ma ha spiegato come intende procedere. «Quando ci sono queste situazioni, io le vedo come un normale rapporto di buon vicinato», ha specificato. «Quando si ha un vicino più che chiedere si offre. Noi quindi offriremo e loro offriranno qualcosa. Poi, su una base di assoluta reciprocità e fratellanza, decideremo che cosa si può fare l’uno per l’altro». Il ministro ha inoltre tagliato corto sul suo predecessore, Dario Franceschini, che aveva iniziato uno dialogo informale sullo scambio di opere con la Francia: «Non mi risulta ci fosse nessun accordo preso. Io ragiono per me e questo è quanto ho deciso mesi fa».

Sulla mostra il ministro ha detto che «è contaminante e che unisce la produzione di Leonardo a quella di chi si è ispirato a lui», come Duerer, tra i preferiti di Bonisoli. «Con oggi si apre l’ultima grande mostra che rappresenta la spina dorsale delle celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo, una delle figure principali del Rinascimento, persona che ha forgiato la cultura italiana e occidentale perché, come ha detto Mattarella, è una figura europea che ha una ricaduta più ampia dei nostri confini nazionali». —


 

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