L’emozione della benedizione dei gondolini e dei campioni del remo

Davanti alla Basilica della Salute il rito secolare che prepara e precede la sfida dei gondolini per la Regata Storica di domenica. «Per noi è sempre la prima volta». Otto pagine d'inserto a colori con il giornale

di Vera Mantengoli

VENEZIA. Emozionatissimi, nonostante il “mare” di turisti che li fotografa, magari senza capire bene cosa sta succedendo. Ma per loro è sempre una prima volta. Loro sono i campioni del remo che domenica si sfideranno nella regata dei gondolini della Regata Storica.

Le “Formula 1” della laguna, le più attese, quelle per cui c’è il tifo vero, con i beniamini che si dividono l’affetto dei loro campioni e loro che sputano l’anima per arrivare primi alla “machina”, tra forza, tecnica e - diciamolo - qualche trucco, che non guasta mai.

Ma prima la benedizione, come da secoli è stato scritto, e come da secoli si fa. «Davvero per noi è un’emozione grandissima», spiegano Alvise D’Este e Maurizio Rossi, «un gesto che significa tantissimo, secolare, cui siamo profondamente legati».

Messa da parte ogni rivalità eccoli, dunque, a capo chino e gli occhi lucidi davanti all’immenso sagrato della Basilica della Salute, con monsignor Giacinto Danieli, delegato e penitenziere patriarcale e padre spirituale del Seminario, che li accoglie con un sorriso e una preghiera.

Arrivano “tirati a lucido”, in divisa di gara e sui loro gondolini così leggeri e slanciati da sembrare fragilissimi: bianco (Alvise D’Este, Maurizio Rossi), canarin (Roberto Angelini e Fabio Barzaghi), viola (Fabio Donà e Luca Ballarin), celeste (Fabio Zane e Alessandro De Poli), rosso (Roberto Busetto e Renato Busetto), verde (Giuliano Pagan e Davide Prevedello), arancio (Ivo Redolfi Tezzat e Giampaolo D’Este), rosa (Andrea Bertoldini e Martino Vianello) e marron (Rudi Vignotto e Igor Vignotto), oltre alle riserve (Luca Quintavalle e Gaetano Bregantin) che prendono posto tra le paline proprio di fronte al sagrato.

E per salutarli, per rendere ancora più magico un momento profondo e secolare, i canti della tradizione del Coro Serenissima, con moltissimi ex gondolieri e qualche partecipante alle sfide del remo, che intona le canzoni di sempre, aperte dal “Viva San Marco”, a cui subito si uniscono le voci dei campioni.

Alla fine si vede persino qualche lacrima, il segno della croce al momento della benedizione e l’alzaremo.

Ora la sfida è già cominciata: due giorni per mettere a punte le ultime tecniche di regata, poi vinca il più forte.

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