Lei lo lascia, lui la perseguita. L’uomo a processo per stalking

Scorzè. Minacce, appostamenti, decine di sms ogni giorno, pedinamenti sul luogo di lavoro la paura di uscire da casa fino a quando la donna è andata dai carabinieri e lo ha denunciato

SCORZÈ. Anche quaranta sms in un solo giorno, alcuni anche con toni minacciosi, solo per chiederle di tornare assieme. Appostamenti fuori da casa, pedinamenti con l’auto fino a riuscire ad affiancarla e mimare il gesto del taglio della gola. Se lo trovava anche al lavoro, mischiato tra la clientela del negozio dove era assunta come commessa. Una presenza così ossessiva che la trentenne aveva prima chiesto un mese di aspettativa, poi aveva ottenuto di essere spostata di filiale a una ventina di chilometri da Scorzé. Tutto inutile, perché lui l’aveva intercettata anche là e per 18 mesi, dal marzo 2013 al settembre 2014, era riuscito a trasformare la vita della giovane donna in un inferno, con crisi di ansia e timore per sé e i propri cari.

Ora la vicenda è approdata in tribunale: il cinquantenne di Scorzè, difeso dall’avvocato Paolo Polato, è a processo davanti al giudice monocratico di Venezia con l’accusa di stalking. La ragazza si è costituita parte civile con l’avvocato Damiano Danesin. Era stata la giovane, dopo 18 mesi vissuti nel terrore della presenza di quell’uomo, a trovare la forza di presentarsi dai carabinieri per denunciarlo.

I due, nonostante la differenza di età, avevano avuto una relazione durata dieci anni e coronata dalla convivenza. Poi qualcosa nella coppia si era incrinato e i due si erano lasciati. Nel primo periodo dopo l’addio, nessun problema. Il cinquantenne aveva iniziato a perdere la testa nel momento in cui aveva avuto il sospetto che la sua ex avesse una relazione con un collega. Erano iniziati gli sms - tra cui “Ti rovino, ti faccio perdere il posto di lavoro sia a te che al tuo fidanzato” - che la vittima aveva diligentemente registrato in un diario poi prodotto nel corso del dibattimento. Il cinquantenne era diventato l’ombra della sua ex che, terrorizzata, aveva iniziato a non voler più uscire da sola ma esclusivamente accompagnata da familiari e amici. Un’ossessione che aveva inciso pesantemente sulla vita della ragazza e sulle sue condizioni di salute. Fino alla richiesta di essere spostata di sede lavorativa pur di cercare di sfuggire a quell’uomo. Gli atteggiamenti persecutori nei confronti della ex erano cessati solo dopo che la ragazza si era presentata dai carabinieri per denunciarlo. Erano scattate le indagini coordinate dalla pubblico ministero Lucia D’Alessandro fino alla richiesta di rinvio a giudizio e al processo che proseguirà il 24 maggio con i testi della difesa e l’esame dell’imputato.

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