Leghista tentò di bruciare il tricolore, denunciato

VENEZIA. Sono ben tre gli indirizzi di posta elettronica riconducibili alla Questura di Venezia violati dagli hacker di Anonymus. Tra le tante e-mail aperte e rese pubbliche dai pirati della rete...
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 07.10.2012.- Raduno Padano in Riva dei 7 Martiri a Venezia.-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 07.10.2012.- Raduno Padano in Riva dei 7 Martiri a Venezia.-

VENEZIA. Sono ben tre gli indirizzi di posta elettronica riconducibili alla Questura di Venezia violati dagli hacker di Anonymus. Tra le tante e-mail aperte e rese pubbliche dai pirati della rete diverse riguardano relazioni di servizio scritte da funzionari impegnati in ordine pubblico e inviate ai superiori. Altre invece sono strettamente personali.

Tra quelle più interessanti una riguarda la relazione del responsabile dell’ordine pubblico alla festa della Lega Nord che si è svolta a inizio ottobre in Riva degli Schiavoni. Infatti all’inizio del comizio dei maggiorenti del partito del Carroccio, un leghista ha tentato di bruciare utilizzando con un accendino una bandiera italiana. Il funzionario è intervenuto prontamente ha tolto dall’asta il Tricolore mentre un suo collaboratore ha fermato e identificato l’uomo. Quest’ultimo, già conosciuto dalle forze dell’ordine è stato denunciato a piede libero. La bandiera, naturalmente, è stata portata in salvo dal funzionario. Bruciare il tricolore è un gesto che a Venezia per primo lo ha fatto il senatore Umberto Bossi, durante una delle prime Feste del Popolo Padano. Per anni il Tricolore è stato bruciato dai leghisti in segno di spregio verso l’Italia unita. Il tentativo di bruciare la bandiera non è stato visto da nessun altro partecipante alla festa, E nemmeno si sono accorti della denuncia del loro simpatizzante.

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