Legge speciale, meno fondi tagliato un milione di euro
CHIOGGIA. A rischio il restauro di palazzo Granaio e altre opere pubbliche pronte per il cantiere per il milione di euro tagliato all’improvviso dai finanziamenti governativi della legge speciale. Una prospettiva funesta che il sindaco Giuseppe Casson non ha intenzione di accettare e che lo ha portato ieri a Roma a battere i pugni durante l’incontro con il sottosegretario al ministero dell’economia, Pier Paolo Baretta, convocato per discutere, assieme a tutti i sindaci della costa veneziana, della possibile rimodulazione dei canoni demaniali.
Casson ha sottolineato come lo Stato diventi “schizofrenico” se, da un lato, con la legge speciale riconosce la fragilità di Venezia e Chioggia, prevedendo dei fondi per la salvaguardia, e dall’altro taglia quei fondi in modo lineare così come sta facendo per qualsiasi altro comparto. «Farò presente», spiega il sindaco poco prima dell’incontro con Baretta, «tutta l’assurdità della ripartizione dei fondi della legge speciale decisa nel Comitatone dell’8 agosto in attuazione delle recenti normative sulla “spending review”. Ho evidenziato subito, ad agosto, l’assurdità di una decisione con la quale venivano assegnati a Chioggia solo due milioni di euro in luogo dei tre disposti dalla legge di stabilità del 2013 nell’ottica dei tagli lineari, ma oggi (ieri, ndr) su questo alzerò la voce perché per Chioggia è inaccettabile. A Baretta chiederò semplicemente che lo Stato sia coerente con se stesso, che rispetti le sue stesse leggi e che restituisca a Chioggia il “maltolto”».
Se la richiesta fosse respinta per il bilancio comunale sarebbero “dolori”. «Sono in pericolo lavori pubblici fondamentali», precisa Casson, «che abbiamo programmato forti dei finanziamenti della legge speciale, come ad esempio il restauro di palazzo Granaio, atteso da decenni e pronto ai blocchi di partenza. Il fatto è che quel milione è stato inserito nel bilancio di previsione perché “virtualmente” incassato in forza di quanto indicato dalla legge di stabilità del 2013. Senza quel milione, per stare dentro il patto di stabilità ci toccherebbe bloccare la spesa fino a fine anno e non far partire i lavori, posticipandoli. Un meccanismo in assoluto non coerente con i principi della legge speciale».
Casson, ovviamente, spera di tornare da Roma con buone notizie e di riuscire ciooè a riottenere quel milione di euro della legge speciale negato dalla spending review.
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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