Legge anti-abusivismo, un coro di sì

Venezia. La richiesta dell’assessore Caner trova sostegno nei parlamentari veneziani. Mognato: «Serve una normativa europea»

Una legge, un indirizzo, o almeno una serie di regole che disciplinino l’altra città, quella fatta di case, stanze, bagni, salotti del centro storico affittati ai turisti attraverso il sito Airbnb. La proposta dell’assessore regionale al Turismo Federico Caner di approvare una legge nazionale che metta ordine nell’immenso e sotterraneo “albergo Venezia” ha subito incontrato consensi a fronte di un fenomeno che, nel giro di pochi anni, ha visto crescere in maniera esponenziale il numero degli alloggi destinati ai “foresti”.

«Non c’è dubbio che sia necessario aprire un confronto vero sul tema per trovare un punto di equilibrio o con una legge nazionale o con altri strumenti», dice il parlamentare del Pd Michele Mognato. «Visto che quello di Airbnb è un fenomeno al di là dei nostri confini, forse una normativa europea potrebbe far bene a tutti. Di fronte a una questione così diffusa, è giusto adottare perlomeno una serie di criteri generali, di linee guida, e poi magari ogni Stato affronta il problema nella propria maniera».

Agenzia Candussi, giornalista Furlan. "Assemblea in movimento" da Piazzale Candiani a Piazzetta Pellicani, Mestre. Cgil, cisl, Iil, CSA, Diccap, Cobas. nella foto Mognato
Agenzia Candussi, giornalista Furlan. "Assemblea in movimento" da Piazzale Candiani a Piazzetta Pellicani, Mestre. Cgil, cisl, Iil, CSA, Diccap, Cobas. nella foto Mognato

L’esplosione di un fenomeno che, anche per via dell’abusivismo, in laguna sta compromettendo il già fragile tessuto residenziale, preoccupa anche il deputato del Pd Davide Zoggia, che spiega: «A Venezia il turismo rischia di essere l’unica fonte di reddito. Chi ha una casa pensa di metterla a reddito, anche perché non ci sono tante altre possibilità. Quindi sicuramente è necessario che ci siano linee guida a livello nazionale ma, poiché sono un fautore del regionalismo, credo che ogni regione debba poi avere la possibilità di legiferare in maniera specifica. Pur avendo lo stesso problema, infatti, le varie città d’Italia hanno poi esigenze diverse. Ecco, quindi, che con una legge regionale è possibile farsi carico della specificità della singole realtà».

Una realtà, quella del centro storico, che in pochi anni ha visto aumentare l’offerta a dismisura, senza che gli alloggi paghino la tassa di soggiorno e denuncino l’identità degli ospiti.

E proprio sul problema della sicurezza insiste il senatore del Forza Italia Mario Dalla Tor: «È un segmento particolare, nel quale sicuramente c’è molto abusivismo», spiega. «Le leggi vanno aggiornate in base all’evolversi della società e dunque anche questo settore va regolamentato, a cominciare dalla questione dei controlli sulla sicurezza. Bisogna creare le stesse condizioni degli alberghi, che segnalano le presenze degli ospiti accolti. Anche i privati dovrebbero fare la stessa cosa. E insieme alla sicurezza, c’è anche la questione della tassa di soggiorno».

Tema delicato, quella della tassa di soggiorno, che ha già visto - ad esempio - Firenze siglare un accordo con Airbnb per fare sì che il sito specializzato agisca da sostituto d’imposta, non appena la nuova legge regionale lo consentirà.

«Se uno svolge questa attività deve mettersi in regola», dice la parlamentare del Pd Delia Murer. «Il fenomeno degli appartamenti in affitto non è una cosa negativa di per sé perché offre una possibilità diversa rispetto alla sistemazione alberghiera. Secondo me va tutto bene purché non ci sia concorrenza sleale. La tassa di soggiorno, ad esempio, dovrebbe essere pagata da tutti anche se è chiaro che un privato che affitta un appartamento non potrà mai pagare quanto una struttura ricettiva. Ai privati si potrebbe insomma chiedere un contributo simbolico».

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