Lega: «Stop a quello spettacolo»
MIRA. La Lega Nord invita a boicottare lo spettacolo “Fa’afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, vincitore del premio “Scenario Infanzia 2014” che si terrà a Teatro Villa dei Leoni il prossimo 8 marzo e chiama i genitori di Mira alla protesta. La Lega attacca il Comune e l’assessore Orietta Vanin dopo l’intervento dell’assessore regionale Elena Donazzan contro l’amministrazione mirese che lo ha proposto.
La Lega Nord sta, ovviamente, con la Donazzan, assessore della giunta che sostiene Luca Zaia a Venezia. «Si tratta di uno spettacolo», dice Stefano Deppieri segretario della Lega mirese, «che si richiama alla teoria gender per la quale nascere biologicamente maschi e femmine, non avrebbe niente a che vedere con la nostra "vera" sessualità, che invece può essere scelta, cambiata a piacimento. Negare questo progetto, come ha fatto l’assessore Orietta Vanin, significa smentire le parole di Papa Francesco che ha definito la teoria gender "una colonizzazione ideologica”, "uno sbaglio della mente umana". Insomma il gender a scuola è una cattiveria».
Per Deppieri a Mira centinaia di bambini e preadolescenti «saranno condotti dalle scuole a uno spettacolo che ha l’intento di mettere in crisi la loro identità sessuale. Non possiamo permettereche bambini e preadolescenti siano indottrinati e confusi da quella istituzione che dovrebbe rappresentare un luogo sicuro per la loro crescita. Invitiamo tutti i genitori di Mira a ribellarsi a questa imposizioni. Molti si stanno già consultando per far sentire la loro voce alla giunta».
Ma chi queste cose le conosce non è d’accordo con Deppieri. Annalisa Zambonati psicologa e psicoterapeuta che gestisce a Mira lo Sportello Donna e da anni si occupa anche di problemi legati all’identità sessuale, ha un’opinione differente: «Questo è uno spettacolo educativo e non sconcio, per il semplice motivo che nasce da una tradizione culturale polinesiana in cui queste figure con identità sessuale diversa dal corpo a cui appartengono, sono conosciute da sempre. Va sgombrato poi il campo da un equivoco: l’ideologia gender non esiste. È solo una invenzione di alcuni politici di destra tradizionalista».
Per la dottoressa Zabonati: «non è vero infatti che il genere sessuale si possa cambiare a piacimento come dice Deppieri tirando in ballo un’inesistente ideologia gender. I ragazzini e le ragazzine con identità sessuali diverse dal corpo che hanno già da piccoli sentono in modo diverso rispetto ai cotanei. Uno spettacolo di questo tipo aiuta ad esprimersi, aiuta a far capire a tutti che queste figure sono sempre esistite, e non vanno emarginate o, peggio, spinte al suicidio».
Chi fa danni per la Zabonati è la Donazzan: «Fare propaganda politica su questi temi e in questo modo può provocare danni. Questa sì, infatti, che è ideologia».
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