Lega, nasce a Venezia l’associazione dei dissidenti: «Prima il Veneto.»

Un’associazione di leghisti veneziani che non si riconoscono nelle posizioni di Maroni e Tosi. Zaia però non ci sta: «È scorretto usare il mio slogan elettorale»
I "ribelli" della Lega in posa per una foto di gruppo dopo i momenti di tensione al consiglio nazionale veneto della Lega, riunito a Noventa Padovana, 13 aprile 2013. ANSA / RAFFAELE CASARANO
I "ribelli" della Lega in posa per una foto di gruppo dopo i momenti di tensione al consiglio nazionale veneto della Lega, riunito a Noventa Padovana, 13 aprile 2013. ANSA / RAFFAELE CASARANO

VENEZIA. «Prima il Veneto.»: è il nome dell'associazione politico-culturale a cui hanno dato vita esponenti e militanti della Lega veneziana che non si riconoscono nella linea del Carroccio portata avanti dal segretario Roberto Maroni e dal segretario regionale Flavio Tosi. L'associazione ha posto nel suo programma «dieci punti per risollevare il Veneto». E in apertura c'è l'indipendenza della Regione come «unica soluzione anticrisi». Poi, questioni legate al lavoro, allo sviluppo economico e alla sicurezza.

Zaia:«Scorretto usare il mio slogan». Parla di scorrettezza il presidente del Veneto Luca Zaia riguardo al fatto che sia stato usato lo slogan della sua campagna elettorale per le regionali, «Prima il Veneto», con la sola aggiunta di un punto, quale nome della neonata associazione di leghisti dissidenti con la linea portata avanti da Maroni e Tosi. «Non mi permetto di entrare nel merito ed esprimere giudizi su una iniziativa personale volta a creare associazioni o fondazioni perché in un Paese democratico ognuno è artefice del proprio destino, ma rilevo la scorrettezza dell'utilizzo a mia insaputa dello slogan a cui fanno riferimento, 'Prima il Venetò, la mia campagna elettorale - con spot, cartelloni, volantini e quant'altro - un sito internet, gadget e non ultima l'azione che ha caratterizzato e caratterizza con la sua filosofia la mia azione di governo e quella della mia squadra». Secondo il governatore, se si usa uno slogan di un altro «come in questo caso c'è un peccato originale, che è quello di usare in maniera non autorizzata il lavoro altrui. lavoro che è oggetto di ideazione e intelletto: cosa che, con un dizionario della lingua italiana a disposizione, è mancata»

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