L’effetto Vaia si abbatte anche sul litorale veneziano: produzione di vongole dimezzata in tre anni
CHIOGGIA. La tempesta Vaia, che nell’autunno del 2018 devastò le montagne ed i boschi del Veneto, del Friuli Venezia e del Trentino Alto Adige, ha fatto danni fino a valle e addirittura fino alle coste adriatiche con violentissime raffiche di scirocco, mareggiate e straordinarie ondate di marea.
A più di tre anni di distanza da quel tragico evento, anche sul litorale ancora si devono fare i conti con le ripercussioni, in particolare per la devastazione che distrusse i banchi di sabbia che si trovano di fronte alle foci dei fiumi e che ospitano tonnellate di vongole e lupini (le bevarasse) in fase di crescita.
È quanto emerge dalla ricerca condotta nell’ambito del progetto “Valutazione degli effetti socioeconomici e produttivi della tempesta Vaia nel settore della pesca ed acquacoltura nel compartimento marittimo di Venezia”, promosso da Legacoop Veneto e finanziato dal Feamp (Fondo europeo per la pesca e l’acquacoltura) e realizzato con Isfid Prisma e Agri. te. co. , partner operativi. Una ricerca che è nata in virtù del fatto che ormai i fenomeni atmosferici di intensità elevata si manifestano sempre più frequentemente anche sulle nostre coste, influenzando non poco le attività di pesca e di allevamento entro le tre miglia.
Fotografando quindi la produttività delle imprese di pesca e di acquacoltura negli ultimi tre anni, il quadro che ne esce non è certamente confortante, in particolare per la produzione dei lupini o bevarasse (Chamelea gallina), ossia la risorsa che è stata maggiormente colpita dagli effetti della tempesta Vaia.
Il calo registrato nella produzione è assolutamente drastico. Tra il 2017 ed il 2020, con la tempesta Vaia dunque nel mezzo, la produzione di lupini ha visto una riduzione di oltre il 50%, con un totale di sole 1.207,1 tonnellate prodotte nel 2020 contro le 2.464 del 2017.
Un impatto sulla popolazione di vongole che è stato accompagnato da una significativa riduzione dei prezzi di vendita del prodotto, che è passato da un valore medio di 2,61 euro al chilo del 2017 a 1,84 euro del 2020, mettendo così in crisi le imprese del settore, con una riduzione dei ricavi di oltre il 70% nei tre anni presi in esame.
Riduzione della risorse dovuta comunque anche ad altri fattori come le opere di tutela e recupero del litorale (ripascimenti) richieste dopo la tempesta e ancora necessarie oggi per il recupero della sabbia per fini turistici che interferiscono con la pesca, rovinando le zone di allevamento e nursery delle vongole.
Legacoop Veneto, Isfid Prisma, Agriteco ed i Co. Ge. Vo. di Chioggia e Venezia proporranno agli enti competenti un piano per la salvaguardia della Chamelea gallina che prevede una ricalibrazione dello sforzo di pesca e la rotazione per le imbarcazione addette alla pesca dei lupini.
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