L’EDITORIALE / Il nostro racconto lo faremo insieme

L’editoriale del direttore del mattino di Padova, della Nuova Venezia, della Tribuna di Treviso e del Corriere delle Alpi: «Dalle edicole al web, saremo insieme a voi»

VENEZIA. «Chi ara fondo guadagna on mondo»: il vecchio adagio del mondo agricolo di questa terra si attaglia perfettamente anche al mestiere di giornalista. Scavare a fondo. Per poter poi raccontare la vita di ogni giorno, la politica come l’economia, la cultura come lo sport. E farlo senza pregiudizi, senza preconcetti o partiti presi, senza “amici” e senza “nemici”, cercando di dar voce a tutti e in particolare a quelli che faticano a farsi sentire. Così ho cercato di fare in tanti anni di mestiere e così cercherò di fare in questa nuova sfida che l’editore ha voluto assegnarmi affidandomi la direzione della Nuova di Venezia e Mestre, del mattino di Padova, della tribuna di Treviso e del Corriere delle Alpi di Belluno. Una responsabilità grande, che mi suscita un terremoto di emozione perché la direzione di quattro giornali importanti, che sono stati guidati da grandi giornalisti, è davvero una grossa responsabilità. Ricordo tra i tanti che mi hanno preceduto il mio amico Fabio Barbieri con il quale ho avuto la fortuna di lavorare qualche anno alla redazione di Repubblica Milano.

Quattro giornali da sempre altrettante voci libere di una terra e di un popolo tra i più forti e vivaci dell’intero Paese. Forti e vivaci anche in questo duro passaggio epocale che mette in discussione tante certezze, tanti traguardi raggiunti e che rischia di frustrare le giuste ambizioni che abbiamo coltivato. In questa crisi il Nordest mostra di avere risorse morali, intellettuali, sociali ed economiche per uscirne a patto che non si chiuda in se stesso e sappia dare di sé una interpretazione alta, allargando i propri orizzonti, trovando una più forte coesione e poi aprendosi al resto del Paese per offrirgli le tante eccellenze di cui è portatore e pretendendo la considerazione e il ruolo che merita.

Non è facile in questo momento di grave crisi economica che anche qui ha colpito il lavoro con tassi di disoccupazione che non si erano mai visti prima (ricordo quando la piena occupazione è stata per decenni uno dei vanti di questa terra), con molte imprese in gravissime difficoltà al punto da spingere tanti, troppi imprenditori a togliersi la vita oppressi dal peso di situazioni insostenibili, con le varie mafie che profittando del momento inquinano con i loro capitali sporchi la vita economica e il tessuto sociale delle nostre città.

A ciò si aggiunge anche un’altra crisi, altrettanto grave e pericolosa: quella che ha investito la politica e i partiti politici, a destra come a sinistra. Divisi, incapaci di dare risposte ai bisogni e alle richieste della gente, arroccati nei loro palazzi e lontani dalla realtà i partiti registrano una caduta verticale della loro credibilità.Un default conclamato, per il quale non c’è nessuna Bce che possa intervenire, cui i partiti debbono porre rapidamente rimedio, riformandosi nel profondo, aggiustando lo spread che li allontana sempre più dalla vita reale del paese.

Fortunatamente in Regione, nelle Province, nei Comuni ci sono ancora tanti amministratori, di destra, di sinistra, della Lega Nord, che giorno dopo giorno tirano la carretta nonostante tutto, si confrontano e si scontrano sui problemi reali, cercano le giuste soluzioni, offrono risposte.

Scaveremo e racconteremo con mente e animo libero. Insieme affronteremo la curva pericolosa che abbiamo di fronte, convinti che, una volta superata, ci dovrà condurre a un panorama nuovo, a un Paese completamente diverso: dove la libertà si coniuga con la giustizia, a tutti i livelli; dove non c’è più spazio per il malaffare e per i furbetti di varia natura; dove lo sviluppo è rispettoso della terra che ci ospita perché è l’unico bene che non possiamo moltiplicare; dove la solidarietà nei confronti dei più deboli è considerato un investimento per il futuro e non uno spreco.

Valori che questa terra e la sua gente hanno radicati nel profondo e che vanno fatti riemergere con forza, vorrei dire con prepotenza almeno pari a quella di chi, in modi diversi e da sponde diverse, ne ha offuscato o alterato i connotati. Lo faremo combattendo al vostro fianco contro l’intolleranza e la discriminazione, contro il malaffare, contro la criminalità organizzata e disorganizzata (quella che quotidianamente tormenta le nostre vite), contro le cricche di qualsiasi colore si ammantino, contro l’inciviltà di chi evade le tasse e di chi, più forte, prevarica i più deboli. Utilizzeremo al meglio le due versioni del giornale che quotidianamente vi arriva, dalle edicole e dal web. Entrambi strumenti formidabili e complementari che insieme consentiranno un dialogo molto forte con i lettori e tra i lettori. In fondo, ad “arare” saremo insieme e insieme costruiremo il racconto che di noi stessi vogliamo fare.

Mi fermo qui anche perché la giornata chiede spazio per un evento ben più importante del mio arrivo: l’insediamento del nuovo patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia al quale invio assieme ai vostri i miei più cordiali auguri. Chiedendovi certo di farli anche a me.

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