«Le Tresse sono il nostro progetto pronti a discutere per migliorarlo»
«Le Tresse? È un progetto che abbiamo fatto e presentato al ministero. Vogliamo andare avanti. Certo siamo disponibili a discutere per migliorarlo: l’importante è non mettere in discussione l’attuale Marittima». Il sindaco Brugnaro commenta il “Patto per Venezia”, firmato sabato mattina in municipio con il premier Matteo Renzi. «Un anno di lavoro», dice, «e alla fine abbiamo portato a casa quasi tutto. Il premier ci ha portato 457 milioni di euro, già stanziati. Non capita tutti i giorni».
Le aree d’intervento. Dal punto di vista politico, senz’altro un buon successo per Brugnaro. Molti di quei progetti fanno parte delle proposte delle giunte precedenti. Ma prima di ieri non erano mai stati «garantiti» dal Capo del governo. Adesso sono arrivati soldi per i marginamenti di Marghera (250 milioni), per la manutenzione della città (45 milioni, extra Legge Speciale), addirittura per il «sistema di controllo dei flussi turistici» (10 milioni). E un impegno nero su bianco per accelerare il passaggio delle competenze dall’ex Magistrato alle Acque alla Città Metropolitana. Per la Zona franca, da estendere anche ad altre aree di Marfghera e al distretto del vetro di Murano. La sicurezza e il restauro di palazzo Ducale (8 milioni), la ricerca sulle tecniche di conservazione per l’Università (3 milioni), l’interramento degli elettrodotti per il vallone Moranzani (90 milioni) e la riqualificazione della stazione di Mestre (3 milioni).
Industriali. Un annuncio che ha lasciato un po’ freddi gli industriali. «Dobbiamo valutare», ha commentato a caldo il presidente Zoppas. «È giusto stare attenti», risponde il sindaco, «450 milioni sono tanti. Capisco anche la sorpresa, ma di quell’accordo non sapeva niente nessuno, abbiamo tenuto il riserbo. Comunque la festa è finita, tutti vogliono vedere a chi andranno quei soldi: stiano tranquilli, andranno ai cittadini».
Il Partito democratico. Ce n’è anche per il Pd. Il partito del premier ha criticato la parte del Patto che introduce l’impegno a realizzare le alternative alle grandi navi a San Marco proponendo la soluzione Tresse. Due milioni per la progettazione di «infrastrutture necessarie». «Ma quello è il progetto della città, la gente lo ha votato», insiste Brugnaro, «la democrazia è questa. Se sbagli l’ultimo tiro da tre, perdi la partita. Lo ha capito Renzi che ha detto chiaro “è la città che decide”, lo capirà anche la Sambo». Monica Sambo, consigliere comunale Pd, insieme al capogruppo Andrea Ferrazzi e a molti dirigenti ed esponenti del partito veneziano, aveva criticato l’inserimento del progetto Tresse, in un primo momento cancellato nella bozza definitiva.
Gli ambientalisti. «Un colpo di mano di Brugnaro», dice Andreina Zitelli, ex docente Iuav, «i due milioni vanno destinati a progetti già approvati dalla Via, come ad esempio il terminal al Lido di Duferco-De Piccoli».
Si schierano contro l’ipotesi Tresse anche i comitati Ambiente Venezia e «No Grandi Navi», che ricordano il divieto di legge per lo scavo di nuovi canali in laguna. Contrario al «taglio» dell’isola delle Tresse, deposito di fanghi inquinati, per farci passare le navi, anche l’Ispra. Dunque, perché nel Patto per Venezia si parla del progetto Tresse? «Gli interventi da fare li decidono i sindaci, sono loro eletti dai cittadini», ha chiarito Renzi prima della firma, quasi fiutando le polemiche». In queste ore intanto si lavora a mettere insieme progetti e proposte. Che adesso con l’impegno scritto del governo potranno essere finanziati senza ulteriori passaggi in Parlamento o in Comitatone.
Critiche da sinistra. E sul Patto si esprimono opinioni diverse all’interno di quello che era un tempo lo schieramento di centrosinistra. Diviso il Pd, che critica il premier sull’aver firmato il documento con la dicitura «Tresse». «Il Patto per Venezia rappresenta per Venezia e Mestre un riconoscimento per un futuro di nuova occupazione», dice soddisfatto il segretario metropolitano del Partito socialista Luigi Giordani, «con una programmazione a medio e lungo termine che potrà mettere insieme tutte le forze politiche, sociali e produttive di questa città». Critico invece il giudizio di Sinistra italiana. «Un Patto pro o contro Venezia?», si chiedono Mattia Orlando e Gabriele Piasentini, vicepresidente della Municipalità di Venezia, «un’intesa scellerata e irresponsabile, perché si garantiscono risorse per un progetto di scavo che la città non vuole. Per svendere Venezia basta un «sì?».
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