Le terme di Caorle tornano a preoccupare

Il consigliere Favaro: «Arrivarono minacce di morte, non volevano che il consiglio comunale limitasse le cubature»
Di Giovanni Cagnassi

CAORLE. Criminalità e infiltrazioni nel Veneto Orientale, l’interrogazione dei parlamentari veneti del Pd scuote la costa veneziana dal torpore autunnale con una scossa improvvisa che nessuno si attendeva. È il passato che ritorna.

I deputati Naccarato, Mognato, Martella e Moretto si sono concentrati in particolare sui fatti di Caorle e le terme, poi Jesolo, Eraclea, anche Chioggia con riferimenti a Lignano e al Friuli. Un’analisi che passa al setaccio il litorale e tutto il Veneto Orientale.Caorle appare ora sotto la lente di ingrandimento dei parlamentari. Il sindaco, Luciano Striuli, nuovamente eletto dopo le dimissioni dei consiglieri nel 2015, e la caduta della giunta proprio su quei fatti, non rilascia dichiarazioni in merito. Non lo fa da tre anni e al momento non ha nessuna intenzione di cambiare idea.

Nella cittadina, tante voci, sospetti, paure. Non sembra tanto lontano quel 23 dicembre 2013 in Consiglio, quando era stato eliminato dal programma della giunta il punto che stabiliva la possibilità di rivedere le previsioni urbanistiche del progetto “Villaggio le terme di Caorle”. Progetto, promosso dalla Caorle investimenti srl, amministrata da Claudio Casella, per la realizzazione di una struttura con aumento di cubatura da 60 mila a 241 mila metri cubi in zona Falconera. Oggi trovare qualcuno che ne parli a Caorle non è facile. Marco Favaro, consigliere di opposizione nella lista “Liberi e Trasparenti” - messaggio inequivocabile - visse quei momenti assieme a un altro consigliere, Alessandro Borin. Si dimisero per la questione delle minacce al sindaco Striuli, con tutta l’opposizione e i due consiglieri Antonio Zanon e Marco Giro. Nel gennaio del 2014 denunciarono pubblicamente pesanti minacce per stralciare dal programma di governo della giunta il punto indicato.

«Ce lo disse il sindaco», ricorda Favaro, «di quelle minacce di morte collegate alle terme. Striuli perse la maggioranza, ne costituì una nuova. Noi, appena entrati, chiedevano una revisione del progetto davvero eccessivo per cubatura. Striuli aveva accettato, ma venne fuori la questione delle minacce che riguardavano anche noi. Poi il sindaco le ha negato, ha parlato piuttosto del rischio di una causa per la revisione del progetto. Abbiamo successivamente scoperto che era indagato dalla procura antimafia di Trieste per falsa testimonianza. Quello che so e dico l’ho riferito anche all’autorità giudiziaria. Adesso arriva l’interrogazione parlamentare del Pd che porta il Governo italiano a conoscere i fatti e credo sia giusto».

Secondo i consiglieri comunali, come ha ripreso anche l’interrogazione con primo firmatario Naccarato, le minacce avrebbero determinato l’abbandono dell’ipotesi di rivedere il progetto urbanistico e raggiunto l’obiettivo di favorire la realizzazione del villaggio. Il resto è storia. In seguito alla denuncia dei consiglieri, il prefetto di Venezia ha sollecitato le forze dell’ordine ad aumentare l’attenzione e i controlli per prevenire le intimidazioni della criminalità organizzata nel territorio del Veneto orientale e nell’aprile del 2015, in un crescendo di tensione, le dimissioni di più di metà dei consiglieri comunali ha portato allo scioglimento del Consiglio di Caorle e il commissariamento.

Oggi il sindaco Striuli non vuole più parlarne. L’idea di un progetto termale a Falconera è però rimasta e il primo cittadino, tornato al suo posto per volere degli elettori, lo ha ribadito in questi giorni parlando comunque solo di turismo. Del resto anche dalla vicina Jesolo da tempo esiste il progetto uno stabilimento termale e il sindaco Zoggia lo ha proprio rilanciato nei giorni scorsi.

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