«Le spiagge non possono finire all’asta»
JESOLO. Spiagge e turismo come un patrimonio artistico da tutelare. Il deputato Davide Zoggia non teme di azzardare questo paragone quando si parla delle concessioni demaniali e delle paure per le aste in arrivo nel 2018. I tecnici del Governo, in un incontro che si è tenuto a Rimini con i balneari, hanno nuovamente agitato lo spettro di aste europee che rischiano di aprire le concessioni a nuovi soggetti italiani e internazionali. La levata di scudi del settore non si è fatta attendere e ancora una volta ci si aspettano smentite e cambi di marcia.
Il parlamentare del Pd, ex sindaco di Jesolo, conosce bene la materia e non esita a scendere in campo. «Come non si possono mettere all’asta i patrimoni artistici italiani, non dobbiamo mettere all’asta il patrimonio naturalistico che tutto il mondo c’invidia», commenta in merito alle recenti novità, «questa vicenda delle concessioni demaniali va affrontata con grande cautela anche perché ci sono a rischio investimenti e posti di lavoro. Una legge nazionale che disciplini per il futuro come gestire le concessioni balneari è necessaria, ma non si può non tenere conto di quanto è stato fatto finora da chi ha gestito con passione e con grande impegno le spiagge soprattutto nel Veneto, regione che grazie anche alle spiagge e ai servizi di chi opera nel settore ha il primato di presenze di turisti che arrivano da tutta Europa».
«Il mio impegno», conclude Zoggia, «per sollecitare il Governo alla prudenza e a tutelare gli investimenti fatti dagli attuali gestori, è assicurato. È chiaro che va tenuto una sorta di diritto di prelazione anche perché da qui al 2018 c’è il rischio che nessuno più investa nelle strutture. Sarebbe un disastro sotto ogni punto di vista».
Finora questa nuova scadenza annunciata a Rimini e corsa in modo virale in tutta Italia ha messo nuovamente tutti in guardia e non è stata ridimensionata. Ma gli operatori, in particolare a Jesolo, hanno sdrammatizzato: «La solita smentita arriverà a breve». Sono scettici davanti ai ripetuti cambiamenti degli anni scorsi, i tira e molla continui tra Governo ed Europa. E soprattutto non credono che nel 2018 di punto in bianco tutte le spiagge possano andare all’asta senza i soliti intoppi e ostacoli che in Italia non mancano mai. Un modo per scansare le direttive europee si è sempre trovato, anche se il sentore è che l’epoca dei monopoli delle spiagge, e rinnovi assicurati, sia finita. (g.ca.)
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