Le sanzioni ai locali, diffida prima della multa

Dopo il caso del biliardino al “Palco”, la Confesercenti propone una legge regionale appoggiata da Isi Coppola che presenterà un emendamento alla Finanziaria
Di Gianluca Codognato
Stefano Ceolin, titolare del bar/ristorante 'Il Palco' con il biliardino
Stefano Ceolin, titolare del bar/ristorante 'Il Palco' con il biliardino

Il concetto è riassumibile in un classico detto: uomo avvisato mezzo salvato. In questo caso, però, sarebbe meglio dire “esercente avvisato mezzo salvato”. Il proverbio è sintesi di una proposta di legge regionale predisposta da Confesercenti, ben vista dal sindaco Giorgio Orsoni e appoggiata in primis dell’Italia dei Valori. E la questione si riferisce alle multe e alle sanzioni assurde o esagerate che vengono appioppate ai pubblici esercizi come quella, balzata agli onori della cronaca nazionale, di 1.400 euro comminata al locale Palco per un calcio balilla senza autorizzazione.

Proprio al Palco, ieri, la Confesercenti ha presentato la sua iniziativa alla presenza dell’assessore regionale Isi Coppola, di quello comunale, Carla Rey, e del consigliere regionale Idv, Gennaro Marotta. La proposta di legge prevede la possibilità di adottare diffide amministrative al posto della ammende per quegli esercizi commerciali che si rendano responsabili di piccole violazioni amministrative: un tavolino fuori posto, un’insegna troppo grande, una tenda troppo sporgente, un biliardino senza autorizzazione. In pratica, come spiegano Maurizio Franceschi e Piervittorio Brunetta, rispettivamente direttore e presidente di Confesercenti Venezia, «con questo nuovo strumento legislativo, nel caso di accertamento di una violazione sanabile, il Comune potrebbe emettere una diffida prima di far scattare la sanzione automatica, con la quale ordina all’attività commerciale di mettersi in regola entro un certo periodo di tempo (generalmente, 10 giorni, ndr). La sanzione scatterà solo se l’imprenditore non sanerà la situazione».

La proposta, che va comunque a tamponare una normativa nazionale che su certi argomenti risulta vetusta e inattuale, «rappresenta un’efficace modalità per mettere rimedio a eccessi di regolamentazione che spesso rendono difficile per gli operatori orientarsi», come ricordano ancora Brunetta e Franceschi. A Carla Rey la proposta piace «perché lo scopo di una amministrazione è quello di semplificare il più possibile la vita di chi deve intraprendere un’attività».

E l’assessore Coppola assicura che “già a metà febbraio verrà presentato un emendamento alla legge finanziaria che contenga il concetto della diffida amministrativa». Gennaro Marotta fornisce pieno appoggio sottolineando che «l’emendamento dovrebbe passare anche perché non richiede impegno di denaro».

Se comunque non passasse (cosa difficile), l’iniziativa tornerebbe in auge come proposta di legge regionale. Detto questo, Stefano Ceolin, titolare del Palco, non ha ancor risolto la questione della sua sanzione da 1.400 euro che a oggi non è stata cancellata. «Tramite il programma Virus», racconta Ceolin, «ho conosciuto Roberto Cairo, l’esercente di Asti multato con 5mila euro per gli i-pad non autorizzati e riservati ai clienti. Mi ha detto che a lui l’amministrazione ha cancellato la sanzione, perché s’è resa conto che è assurda. La mia, invece, è ancora lì».

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