Le rubano le bici e lei scrive al ladro: «Abbi pietà»

La lettera di una donna che usa il mezzo per andare al lavoro: «Te lo chiedo con il cuore, riportamela perché mi serve»

MESTRE. Le rubano la bicicletta, lei prende carta e penna e scrive al ladro che l’ha lasciata a piedi. «Non ho la macchina, per me la bici era tutto. Ho due figlie, ti prego, abbi pietà: come faccio?».

La lettera è stata affissa ai muri, nei paraggi di dove è avvenuto il furto, in via Cardinal Massaia e dintorni, tra via Querini e via Cappuccina, a due passi dal centro. Nonostante l’appello, almeno fino a ieri, il ladro non si è messo la mano sul cuore. E la bici non è tornata alla sua proprietaria. La vittima del furto è Marianna Gheorghe e ha 35 anni. Aveva parcheggiato la sua due ruote per andare al lavoro, a fare le pulizie nelle casa di una signora. Una bici che aveva pagato 130 euro, c’era anche il seggiolino posteriore per portare la figlia. Quando ha finito il suo turno, è scesa per le scale, ha spalancato il portone del condominio, e la sua bici non c’era più, sparita. «Mi è montata una rabbia terribile». Così assieme al marito, Costantino, ha deciso di scrivere la lettera, e di attaccarli in giro, con due giri si scotch intorno alle colonne, perché nessuno lo strappasse. «Mi chiamo Marianna, sono una mamma con due figlie», ha scritto la donna, «ho chiuso la bici in via Cardinal Massaia numero 11, per motivi di lavoro. E un ladro me l’ha portata via e mi ha lasciato a terra. Per favore, ti chiedo, con il cuore, abbi paura di Dio, portami la bici. Perché, fai queste cose?». E ancora, la richiesta finale: «Ti prego, come faccio adesso? Te lo chiedo con il cuore». In fondo alla lettera c’è un numero di telefono.

Evitare il furto della bici? Facile. Ecco come

E’ di Constantino, 40 anni, il marito di Mariana. Risponde lui a chi telefona. Ha chiamato qualcuno, per curiosità. Ma tra i curiosi di questi giorni non c’era il ladro della bicicletta. «Chissà se l’ha letto il cartello», si interroga Gheorghe. Lui e la moglie sono originari della Romania e sono arrivati in Italia 14 anni fa. Hanno due figlie, di 5 a 14 anni. Lui ha lavorato come autista di pulmini, trasportava i disabili. Ma ora è disoccupato. La famiglia abita in un appartamento alla Cipressina. «Per mia moglie la bicicletta è fondamentale», spiega Gheorge, «perché le serve per andare al lavoro, ma anche per accompagnare la bambina al parco, o in giro».

«L’avevamo comprata da poco, con il seggiolino e un lucchetto bello grosso, che però a quanto pare non è servito», aggiunge, «speravamo che la lettera potesse far capire al ladro quanto è importante per noi questa bicicletta, ma a quanto pare non l’ha capito». Alla bambina, che con l’arrivo della primavera vorrebbe essere portata in giro a giocare con gli amici, hanno spiegato di averla prestata ad un amica che ne aveva più bisogno, e che presto la renderà. «Non è facile pensare di spendere altri cento euro e passa per una bicicletta, soprattutto con il rischio che ce la possano rubare di nuovo», racconta ancora Gheorghe, «quindi intanto aspettiamo, magari nei prossimi giorni saremo più fortunati».

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