Le richieste al premier: quaranta milioni per Venezia
VENEZIA. «Non ce lo ricordiamo proprio un sindaco che porta un presidente del Consiglio a parlare di Venezia in colloquio privato per un ora a Ca’ Farsetti. Sembra tutto così scontato ma in realtà non lo è!». Il giorno dopo lo “storico” incontro tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sui problemi della città, l’assessore al Bilancio Michele Zuin - che ha preso parte al vertice insieme al primo cittadino - non nasconde la sua soddisfazione per l’esito dell’iniziativa, affidandola anche a un messaggio su Facebook.
«La soddisfazione nasce dal fatto che Renzi ha ascoltato con attenzione i temi del nostro dossier, ha capito la serietà della situazione e ci ha promesso di occuparsene, come ha detto anche il sindaco», spiega Brugnaro, «poi starà al premier valutare modi e forme di questo sostegno a Venezia. Noi gli abbiamo prospettato tutta la serietà della situazione del bilancio del Comune e dei maggiori costi, oggettivi, dovuti alla “specialità” di Venezia.
Non possiamo, come ha proposto ad esempio anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta pensare a stilare un piano pluriennale di rientro dal deficit, semplicenente perché non siamo nelle condizioni di farlo. Stiamo attuando una rigorosa “spending review” sui conti del Comune per approvare il bilancio di previsione 2016 entro l’anno, ma non possiamo tagliare i servizi alla città. C’è una situazione oggettiva, come quella che riguarda il probabile sforamento del Patto di stabilità, di cui anche il Governo deve tenere conto, proprio per l’importanza che lo stesso Renzi ha riconosciuto a Venezia nel suo discorso a San Giobbe».
Se anche il premier non ha fatto promesse, Brugnaro e la sua giunta di aspettano comunque segnali concreti. Il primo è il più facile è lo sblocco dei circa 20 milioni di euro di “arretrati” di Legge speciale. «Basta un mandato di pagamento», ricorda Zuin. E quindi un contributo - attraverso un emendamento sostenuto dal Governo alla Legge di stabilità che sta per approdare in Parlamento - alle spese di manutenzione di una città “speciale” come Venezia, per le quali Brugnaro ha ricordato esserci attualmente solo 200 mila euro in bilancio. Quindi la sterilizzazione dagli ulteriori effettivi negativi sul bilancio provocati dallo sforamento, per il terzo anno consecutivo, del Patto di stabilità, come avvenuto anche nell’ultimo biennio, oltre ad altre misure di alleggerimento del vincolo. Il Comune aspetta anche che entrino in cassa oltre 20 milioni di euro di contributi di Legge speciale della Regione che aspetta da tempo, «anche se capiamo perché non ce li abbiano ancora versati, visto che anche loro hanno seri problemi con il rispetto del Patto di stabilità».
Tutto da aprire anche il capitolo delle nuove entrate - indispensabili - legate al turismo, dalla Ztl pedonale in centro storico richiesta da Brugnaro, a una possibile trattenuta dell’1 per cento sull’Iva per i consumi in città, che consentirebbe di “colpire” finalmente anche i 23 milioni annui di turisti giornalieri, costringendoli a contribuire al mantenimento della città.
Ma intanto Brugnaro e Zuin si rallegrano per feeling che il primo cittadino ha saputo stabilire con il premier Matteo Renzi, pur da opposte sponde politiche. Non va dimenticato che il premier - forse scherzando, ma non troppo - aveva definito qualche mese fa Brugnaro «il più renziano dei candidati sindaci di Venezia». Altro che Casson.
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