Le reazioni in Veneto al processo immediato per il premier sul Rubygate

Piero Longo ed Elisabetta Casellati
Piero Longo ed Elisabetta Casellati
VENEZIA. Silvio Berlusconi sarà processato con giudizio immediato per le accuse di concussione e prostituzione minorile. Ecco i commenti in Veneto alla notizia che rischia di far saltare la legislatura.


Zaia (Lega Nord): "Non parlo di questo".
Il presidente del Veneto Luca Zaia non ha voluto commentare la decisione del gip di Milano riguardo al giudizio immediato per il premier Silvio Berlusconi. ''Non parlo di questo argomento - ha detto Zaia davanti alle domande dei giornalisti- perché dobbiamo parlare anche di altro''.


Longo (Pdl): "Ce lo aspettavamo".
''Senz'altro, è quello che chiede la Procura di Milano''. Così uno dei legali del premier, il senatore padovano del Pdl Pietro Longo, ai giornalisti che gli chiedono se si aspettava questa decisione del gip nei confronti di Silvio Berlusconi. All'osservazione dei cronisti che il collegio giudicante è composto da sole donne, Longo risponde: ''Già ci sono nel processo Mills; benissimo, le donne sono gradite e qualche voltaanche gradevoli''. 


Casellati (Pdl): "Che tempismo questi pm"
. ''Che rapidità, che solerzia, che efficienza. La Procura di Milano quando deve mettere sotto processo il presidente Berlusconi, ossia svolgere la sua attività principale, non teme rivali nel mondo in quanto a tempestività. E già questo la dice lunga sul grado di faziosità che contraddistingue l'operato dei pm milanesi, veri e propri militanti al servizio della sinistra''. L'accusa è del sottosegretario alla Giustizia, la senatrice padovana Elisabetta Alberti Casellati che si dice ''certa che ancora una volta il presidente del Consiglio non si farà intimorire da questa ammuffita strategia e continuerà nella sua opera riformatrice, a dispetto di un'opposizione inconcludente e di magistrati che calpestano anche il buonsenso''.


Brunetta (Pdl): "Inorridito da barbarie".
''Sono inorridito dalla barbarie del dibattito politico, complice un'opposizione che s'incaponisce a prevalere a dispetto dei responsi elettorali, precipitandosi e precipitandoci nella spirale del ''tanto peggio tanto meglio''. E' quanto si legge in una nota del ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta: "Come cittadino, prima ancora che come ministro sento il dovere di rivendicare la libertà del dissenso rispetto a modalità e contenuti di questa ennesima inchiesta sul Presidente del Consiglio. Lo Stato di diritto prevarrà, ne sono sicuro. La procura di Milano non è un giudice, mentre altre istanze, a cominciare dalla Corte costituzionale, metteranno un freno alle aberrazioni cui stiamo assistendo''.


Donadi (Idv): "Non diventi l'agonia del Paese".
''Il governo è minoritario nel Paese, il premier è solo e isolato. L'agonia di Berlusconi non può diventare l'agonia dell'intero Paese'': lo dice il capogruppo dell'Idv, il veneziano, Massimo Donadi nell'aula della Camera riferendosi al caso Ruby. ''Berlusconi - spiega - faccia un ultimo atto di responsabilità. Si faccia da parte e dia la possibilità al Paese di scrivere una pagina nuova''.


Bricolo (Lega): "Non indebolisce governo".
"Se con l'accanimento giudiziario contro Berlusconi, qualche magistrato pensa anche di indebolire il governo si sbaglia di grosso: questa sera al Senato approveremo con la fiducia il decreto Milleproroghe e la prossima settimana, sempre in Senato, affronteremo il federalismo municipale con una maggioranza unita e fermamente convinta ad andare avanti per realizzare le riforme e cambiare il Paese". Lo afferma il veronese Federico Bricolo, presidente della Lega Nord a Palazzo Madama.


Miotto (Pd): "Da notare silenzio Lega".
''Di straordinario in Italia oggi c'è solo la presenza di un presidente del Consiglio che, raggiunto da comunicazioni giudiziarie perché accusato di reati gravissimi, non senta il dovere di liberare le istituzioni da un imbarazzo che oramai investe l'immagine del paese in tutto il mondo''. Lo dice la deputata padovana Margherita Miotto, capogruppo democratico in commissione Affari sociali della Camera. ''Sorprende - prosegue Miotto - che i rappresentati della Lega Nord, gli ultimi alleati fedeli che sono rimasti Berlusconi, non dicano niente. Eppure non hanno mai esitato a denunciare, a parole, corruzione e malgoverno; ma, alla prova dei fatti, rimangono in silenzio facendosi complici prima del malaffare delle varie cricche e adesso del discredito a cui il Paese è sottoposto. Dopo aver brandito il cappio in Aula, adesso accettano il bavaglio del silenzio. E' chiaro a tutti che sono paladini della legalità a giorni alterni''.

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