Le nuove ordinanze al vaglio della Procura

Sei disposizioni consegnate da Zappalorto ai pm. I consulenti vogliono capire se saranno utili a migliorare la situazione
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 03.06.2014.- Insediamento del commissario del comune di Venezia Prefetto di Trieste Vittorio Zappalorto.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 03.06.2014.- Insediamento del commissario del comune di Venezia Prefetto di Trieste Vittorio Zappalorto.

Le sei ordinanze firmate dal dirigente comunale della Mobilità acquea Loris Sartori, quelle che dovrebbero migliorare la sicurezza della navigazione in Canal Grande, sono già nelle mani dei tre consulenti dei pubblici ministeri Roberto Terzo e Francesca Crupi.

A consegnarle ai magistrati è stato, nella mattinata di due giorni fa, il commissario straordinario Vittorio Zappalorto, a loro volta i due pm hanno passato i provvedimenti ai tre periti che hanno firmato la consulenza sul traffico caotico nella principale via d’acqua della città lagunare. Hanno chiesto che il comandante Antonio Morisieri, il contrammiraglio Lucio Borniotto e il professore Agostino Cappelli si pronuncino sulla loro utilità. La causa del varo delle nuove norme è dichiarata nelle stesse ordinanze, si legge infatti che «anche in considerazione del recente incidente mortale, accaduto nei pressi del ponte di Rialto in Canal Grande, dovuto asseritamente anche alla congestione del traffico acqueo e dal numero di natanti, si è ritenuto di disciplinare nuovamente le norme di circolazione acquea, con il fine di ridurre gli spostamenti, salvaguardando anche i trasporti prioritari per lo svolgimento delle attività cittadine».

Una dichiarazione d’intenti che però contrasterebbe con il risultato finale, almeno questo sembra essere il sospetto dei pubblici ministeri che hanno messo in mora l’amministrazione comunale, dando l’avviso al commissario straordinario. Toccherà, comunque, ai tre esperti di navigazione stabilire se le nuove norme avranno effetti positivi sui flussi del traffico. Nella loro consulenza sostengono che la situazione sarebbe già da tempo intollerabile e che il traffico in Canal Grande sarebbe tre volte maggiore di quello tollerabile. Un passo avanti sarebbe quello di tagliare i flussi di natanti almeno del 30 per cento: si tratterebbe dell’obiettivo strategico. Nel frattempo - questi sarebbero stati quelli che Zappalorto ha spiegato ai giornalisti essere i consigli della Procura - sono necessari gli interventi per aumentare i controlli e per rimuovere gli ostacoli alla navigazione. Per rendersi conto di quello che accade oggi, i due rappresentanti della procura, il giorno precedente al colloquio con Zappalorto, hanno compiuto un sopralluogo nei locali della Polizia municipale che ospitano i monitor collega ti con le telecamere del sistema Argos. Si tratta di un circuito televisivo che indica con un bollino verde tutte le imbarcazione che procedono in Canal Grande senza aver commesso infrazioni e con quello rosso nel caso ne commettano. A quel punto sarebbe necessaria la presenza davanti al monitor di un operatore che ingrandisce l’ immagine della barca segnalata con il rosso per legger la targa. Ma non c’è il personale sufficiente per coprire questo servizio. Inoltre, da tempo dovevano sorgere almeno due, ma meglio sarebbe tre, posti fissi di controllo, a Rialto, alla Stazione ferroviaria e all’altezza della Dogana. Zappalorto ha assicurato che verranno istallati, ma almeno due sindaci prima di lui lo avevano promesso però non è accaduto nulla.

Infine, stazi e pontili. Ci sarebbe la necessità di ridurli di numero e, in qualche caso, di tagliare gli spazi, in modo da far scorrere il traffico più liberamente. Basta un’occhiata proprio nell’area più intasata, quella di Rialto, per capire quanto spazio viene portato via dalle cavale di gondole e dei taxi e anche dagli approdi di enti e di privati.

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