Le maxi pubblicità al capolinea

È entrato in vigore il nuovo regolamento per le sponsorizzazioni culturali su monumenti e palazzi
Di Enrico Tantucci
Interpress/Tagliapietra Venezia 05.04.2013.- Cartelloni pubblicitari "Omega" facciata Museo Correr
Interpress/Tagliapietra Venezia 05.04.2013.- Cartelloni pubblicitari "Omega" facciata Museo Correr

Addio alle maxi pubblicità a Venezia, così come ci siamo ormai abituati a conoscerle in questi anni. Da oggi non sarà più possibile - fatti salvi i contratti di sponsorizzazione in essere, fino alla loro scadenza - tappezzare i ponteggi sulle facciate di monumenti come Palazzo Ducale, l’Ala Napoleonica, la Biblioteca Marciana. con i giganteschi poster di aziende, per finanziare, così, parte degli interventi.

È infatti stato pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale sulle sponsorizzazione di beni culturali che fissa le nuove norme tecniche e le linee-guida delle materia, fissando criteri molto più stringenti rispetto alla discrezionalità del passato, che ha portato, ad esempio ai contratti di sponsorizzazione a lunghissima scadenza per l’area marciana ancora in vigore per un paio d’anni, giudicati negativamente - per la prassi seguita - dal Ministero dei Beni Culturali. Il direttore regionale dei Beni Culturali del Veneto Ugo Soragni ha già inviato a tutte le soprintendenze del territorio la circolare con cui annuncia l’entrata in vigore della nuova normativa.

I cambiamenti per le sponsorizzazioni di beni culturali - che non riguarderanno solo lo Stato, ma anche Comuni, Province e Regioni - sono sostanziali.

Al di sopra della soglia di 40 mila euro di contributo, sarà necessaria sempre una gara a evidenza pubblica per la stipula del contratto di sponsorizzazione, eliminando la possibilità di trattative dirette, come è avvenuto in passato ad esempio per il restauro di Palazzo Ducale con il gruppo Dottor e per quelli dell’area marciana stipulati con un fondo finanziario britannico.

Ma non sarà più possibile nemmeno - come accade ora - prevedere maxipubblicità sui ponteggi dei monumenti in restauro. Essi potranno riguardare solo una porzione limitata di essi, mentre per il resto i teli protettivi dei ponteggi dovranno essere realizzati in modo da raffigurare sempre la facciata dell’edificio coperto dalle impalcature, per alterare il meno possibile i rapporti prospettici e le visuali delle quinte architettoniche.

In particolare, più a lungo sarà mantenuto il messaggio pubblicitario sul ponteggio e più modesta dovrà essere la sua dimensione. Eccezioni - con pubblicità più evidenti e invasive - sono possibili in base al decreto solo per interventi di restauro che abbiano una modesta appetibilità di mercato e che riguardino edifici che non siano particolarmente frequentati dal pubblico.

In ogni caso sarà sempre necessaria da parte dell’amministrazione un’attenta stima di mercato della prestazione offerta con la sponsorizzazione, per non stipularla «sotto costo». Sarà possibile stipulare sponsorizzazioni «tecniche», con cui lo sponsor fornirà anche prestazioni, come l’esecuzione di parte o tutto l’intervento; sponsorizzazioni «pure», in cui si accollerà il costo del restauro; sponsorizzazioni «miste», in cui farà in parte l’uno e in parte l’altro.

Anche se l’amministrazione deciderà di stipulare un contratto con una società o un agente incaricato di reperire possibili sponsor o soggetti interessati a farsi pubblicità attraverso il restauro, dovrà a questo scopo indire una gara a evidenza pubblica.

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