“Le mani” di Lorenzo Quinn nell’isola di San Servolo
VENEZIA. Le “Mani” di Lorenzo Quinn alla fine troveranno casa da febbraio sull’isola di San Servolo, che ospita già numerrose altre sculture, da quelle di Arnaldo Pomodoro, a quelle di Fabrizio Plessi e Gianni Aricò. «Abbiamo raggiunto un accordo con Quinn e il suo gallerista», spiega il presidente della Venice International University, l’ambasciatore Umberto Vattani, «e la sua scultura potrà comunque restare a Venezia, come lui stesso desiderava».
La lunga ricerca. Le “Mani” di Quinn erano state installate in acqua, a “sorreggere” la facciata dell’hotel Ca’ Sagredo in Canal Grande per oltre un anno, dopo essere state esposte in occasione dell’ultima edizione della Biennale Arti Visive. Quando la Soprintendenza aveva chiesto la rimozione della scultura, “provvisoria”, era iniziata la ricerca di un possibile luogo alternativo dove esporla, dal’Arsenale a Forte Marghera, fino all’ipotesi, appunto, di San Servolo risultata quella vincente.
Venice International. «La digitalizzazione e i suoi strumenti sono una grande opportunità non è esente da rischi perché portano ripetitività, caduta della curiosità e della fantasia», ha detto ieri Philippe Donnet, ceo di Generali, inaugurando il secondo semestre dell’anno accademico della Viu, la Venetian International University con sede all’Isola di San Servolo a Venezia, alla presenza, tra gli altri, dello stesso Vattani.
Per Donnet «la digitalizzazione e la connettività rendono più semplice il lavoro nel trovare soluzioni ai problemi quotidiani». «Ma consci», ha sottolineato, «che non si può fermare la digitalizzazione ma non si possono perdere, grazie alla velocità, il controllo delle emozioni ». —
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