Le lavoratrici di H&M incrociano le braccia
Filcams Cgil ha indetto per sabato uno sciopero contro la chiusura. Avviata una petizione cittadina
Agenzia Candussi, giornalista Scattolin. negozio H&M presso centro Le Barche Mestre.
Sciopero e petizione cittadina. Dopo l’annuncio formalizzato la scorsa settimana da parte di H&M di chiudere i battenti il 26 agosto e svuotare ben tre piani del Centro Le Barche (uomo donna e bambino), mercoledì sera si è tenuta l’assemblea delle lavoratrici, quasi tutte donne. «Sembrava avessero dimostrato qualche apertura», spiega la segretaria Filcams Cgil di Venezia Monica Zambon, «invece, sulla scorta dell’avvio della procedura di mobilità per chiusura, ci è stata data la lista nuda e cruda dei negozi dove potrebbero essere inserite le lavoratrici licenziate. Avevamo preso in mano l’elenco con un po’ di speranza, a conti fatti i posti fattibili sono 4 posizioni entro la provincia di Venezia (Auchan e Valecenter), nessuna ricollocazione a Venezia centro storico, il che è strano visto l’alto
turn over
, mentre il resto delle persone dovrebbe andare in giro per l’Italia, a Gorizia, piuttosto che a Bologna o Grosseto, nell’ambito del centro Nord Italia, insomma». Aggiunge: «Altre strade percorribili non ce ne sono per H&M. Un disastro».
Da qui la scelta di incrociare le braccia e indire uno sciopero per domani davanti al negozio. Prosegue: «Il gruppo di lavoratrici mestrine non vuole arrendersi, noi lottiamo perché il negozio non chiuda». La decisione di avviare una petizione cittadina, è uno spunto arrivato dalle clienti che frequentano H&M, diventato un perno per la città e per lo stesso Centro Le Barche. A partire da oggi le lavoratrici raccoglieranno sottoscrizioni per convincere l’azienda a tenere aperto. «La chiusura del punto vendita rappresenta uno svilimento per la piazza di Mestre, oltre che un pericolo per l’occupazione. I dipendenti saranno dunque impegnati tutto il giorno a raccogliere firme, per sensibilizzare la città, ma anche il Comune intero». Conclude Zambon: «Non ci fermeremo qui, questa chiusura è ingiusta e immotivata, e questo è solo una delle armi che metteremo in campo per scongiurare la chiusura».
Giovedì scorso a Milano, si era tenuto l’incontro tra il colosso svedese della moda low cost e le rappresentanze sindacali. Durante il vertice era stata ribadita la volontà di chiudere le sedi di Milano, Cremona e anche Mestre.
Un duro colpo per il commercio del centro città oltre che delle Barche. La proprietà del centro è un fondo immobiliare tedesco, Commerzbank, ma Coin, l’inquilino più pesante, non è indifferente. Già qualche giorno fa la multinazionale svedese aveva fatto sapere che la volontà di levare le tende non era ritrattabile. «Non ci fa piacere avere preso questa decisione. Adesso la cosa più importante sono le persone, faremo il possibile per trovare la soluzioni migliore per i dipendenti, che sono la priorità». Il direttore del Centro, in ogni caso, ha fatto sapere che “Le Barche” non rimarrà sguarnito.
(m.a.)
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