Le lavoratrici di H&M «Il nostro futuro è incerto»

Mestre. Nuova protesta dei dipendenti davanti alle Barche: «Non vogliamo mollare» Zambon (Cgil): «L’azienda non sta rispettando gli accordi». Presto un sit-in

MESTRE. «Il nostro futuro è ancora incerto, non ci dicono cosa ne sarà di noi e andiamo ogni giorno a lavorare senza poter fare un programma a lunga scadenza e senza sapere dove saremo domani». Tornano a protestare le lavoratrici e i lavoratori del colosso svedese dell’abbigliamento low cost H&M, che anche ieri mattina si sono dati appuntamento davanti al grande negozio che si trova all’interno del centro commerciale Le Barche di Mestre, dove lavorano in 25.

Nei giorni scorsi la comunicazione che, almeno per il momento, i licenziamenti del personale del punto vendita erano stati scongiurati. Ieri, però, le lavoratrici erano di nuovo in stato di agitazione. «Di chiaro», spiegano, «non c’è nulla, tranne il fatto che oramai H&M vuole utilizzare contratti a chiamata, quando si arriva a una certa anzianità di scatti le cose non vanno più bene e allora mettono in campo qualche escamotage per scoraggiare le persone ad arrivare alla pensione in questa azienda». «Il 31 luglio», si legge nel volantino che ieri veniva distribuito ai passanti, «è stato sottoscritto l’accordo sindacale nazionale tra H&M, Confcommercio Milano e i sindacati Filcams Fisascat e Uiltucs a conclusione della procedura di licenziamento collettivo avviata a causa dell’infausta decisione di chiudere i punti vendita». «È scandaloso che il negozio di Mestre e il suo staff rimangano nell’incertezza», spiega Monica Zambon (Filcams Cgil), «ancora più assurdo che solo per i dipendenti di Mestre i termini dell’accordo restino sospesi, inchiodando le lavoratrici per altri 120 giorni in questo stato di angoscia e precarietà, condizioni ben notte all’occupazione femminile. Perché per loro non c’è chiarezza sulla possibilità di avere i sostegni già previsti per i lavoratori della Lombardia?». Continua: «Di fatto l’azienda ha prorogato la condizione di limbo, il non sapere se il negozio resterà aperto o chiuso. Le lavoratrici non sono nemmeno sicure se a quei 120 giorni di proroga ci arriveranno o meno». Da qui l’annuncio di altre proteste in arrivo, e la volontà di non sotterrare l’ascia di guerra. La prossima iniziativa si terrà a Venezia, e sarà eclatante. Anche se le lavoratrici non vogliono rivelarne, per il momento, i dettagli.

Conclude Zambon: «Non vogliamo mollare la tutela di questi lavoratori e lavoratrici, che vanno rispettate: l’azienda non lo sta facendo, ed è per questo che attiveremo tutte le strade possibili per ricondurle nei principi e della correttezza rispetto a quanto pattuito finora». I lavoratori di Mestre sono riusciti a raccogliere ben 4 mila firme di clienti a sostegno della loro lotta contro la ventilata chiusura.

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