LE INDAGINI SWG / Un italiano su due pensa che l’Islam sia un pericolo
MESTRE. «La religione islamica è un pericolo per tutti». A pensarla così è un italiano su due secondo una indagine dell’Istituto Swg condotta per il Festival della politica. L’indagine è stata realizzata in occasione dell’incontro, in programma sabato 7 settembre «Francesco I: il rinnovamento nella chiesa, una sfida per la politica» con Alberto Melloni, storico della chiesa e Antonio Ramenghi, direttore di Mattino di Padova, Tribuna di Treviso e Nuova Venezia.
Il difficile rapporto con la religione musulmana emerge in tutta la sua complessità dall’indagine Swg. Metà del campione è d’accordo (33%) o del tutto d’accordo con chi afferma che «la religione islamica costituisce un pericolo per tutti». Il boom dell’immigrazione, la difficoltà dei cittadini di confrontarsi con queste nuove realtà, attentati terroristici, hanno aumentato nel corso degli anni il disagio verso un “credo” ritenuto estraneo e violento. Dieci anni prima, rivela l’indagine, questa diffidenza era molto meno marcata, tanto che il pericolo costituito dalla religione islamica veniva percepito dal 36% del campione, il 14% in meno di adesso. Da qui, emerge la chiusura degli italiani, il 55% dei quali ritiene che i musulmani non dovrebbero avere la possibilità, all’interno delle scuole, di osservare e praticare la propria religione.
Dal 2004 a oggi questo dato è cresciuta di oltre il 10%. L’Italia resta dunque un Paese fortemente legato alla propria religione cattolica. Più di sei italiani su dieci pensa che gli insegnamenti della chiesa siano ancora validi, il 7% in più del 2012, il 7% in meno del 1997, e il 15% in meno dell’ “anno d’oro”, il 2003. In ogni caso, la stragrande maggioranza degli italiani, più dell’80%, dichiara la propria laicità affermando che la chiesa non dovrebbe in alcun modo condizionare le leggi dello Stato.
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