LE INDAGINI SWG / Sette italiani su 10 hanno l’incubo di perdere il posto

l 60% del campione è disposto a svolgere qualsiasi mansione, anche precaria, pur di non restare a casa. I cittadini chiedono politiche per favorire i giovani e maggiore meritocrazia

VENEZIA. Più che una preoccupazione è diventato un incubo. Perdere il posto di lavoro è una delle principali paure che attanaglia gli italiani, tanto che oramai 6 cittadini su 10 si dicono pronti a svolgere qualsiasi mansione, anche precaria, pur di lavorare. A rivelare questa tendenza ci pensa una indagine svolta in esclusiva dall’Istituto di sondaggi Swg per il Festival della Politica organizzato a Mestre dalla Fondazione Gianni Pellicani e in programma dal 5 all’8 settembre.

Nel 2007, “solo” il 37% degli intervistati (occupati) affermava di avere “abbastanza” o “molta” paura di restare senza una occupazione. Gradualmente la percentuale s’è impennata, andando a sfiorare nel 2013 quota 70% (68%). Un dato preoccupante, che trova conferma nel mutato atteggiamento delle persone nei confronti del mercato del lavoro (domande con multi risposta). Nel 2007, circa 4 italiani su 10 ammettevano di essere disposti a svolgere qualsiasi occupazione, anche non stabile, pur di lavorare. Nel 2013 sono diventati 6 su 10. Cala la percentuale di chi vede nel settore pubblico un posto sicuro (dal 61% del 2007 al 56% del 2013), di chi è convinto che bisogna puntare sulla flessibilità (dal 49 al 45%), di chi dice di voler cambiare spesso occupazione (dal 44 al 39%). Quasi stabile, invece, la percentuale di italiani disposti a qualsiasi sacrificio pur di lavorare (dal 71 a 72%).

In poco tempo sono diminuiti anche i cittadini convinti che, in caso di perdita di un posto di lavoro, troverebbero un’altra occupazione entro un anno: erano il 53% a luglio 2011 sono diventati il 46% nel 2013. E’ possibile, in questa situazione, definire una agenda per il lavoro e per lo sviluppo? L’indagine Swg rivela il gradimento da parte degli italiani nei confronti di una serie di suggerimenti proposti (tra parentesi il gradimento espresso in voti da 0 a 10): politiche che favoriscano l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro (8,2), maggiore meritocrazia (8,1), incentivi per l'innovazione e la ricerca ( ), investimenti per l'istruzione scolastica e la formazione al lavoro (8,0), riduzione del precariato (7,9), sostegno alle piccole e medie imprese (7,9), detassazione per le imprese che assumono (7,9), sostegno per la nascita di nuove imprese (7,9), accesso al credito per le aziende (7,8), investimenti nel settore agroalimentare e nella tutela e promozione dei prodotti tipici (7,7).

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