"Le ho parlato e tenuto la mano. E lei è ancora viva"

Andrea Locanto è "l'eroe per caso" che ha salvato la donna che voleva buttarsi da un cavalcavia del Passante autostradale. "All'inizio ho avuto un attimo d'esitazione. Poi ho deciso di scendere dall'auto e provarci"
SPINEA. Lei tenta di gettarsi da un cavalcavia e lui la vede e decide di non voltarsi dall’altra parte. L’ha salvata parlandole. E’ un giovane di 32 anni il salvatore della donna che lunedì ha scavalcato la grata di protezione del cavalcavia e stava per gettarsi di sotto. Un eroe per caso.
 
 «Ero tranquillo al volante, dopo aver accompagnato a casa la mia ragazza, quando ho visto quella donna scavalcare il guardrail proprio di fronte a me». Andrea Locanto, 32 anni,  è stato il primo a trovarsi davanti alla possibile tragedia: arrivato sul cavalcavia ha visto l’aspirante suicida intraprendere gli ultimi metri verso la fine: «Ho avuto un istante di esitazione, ho pensato che potesse essere un’addetta a qualche servizio, ma non aveva pettorina gialla o altro e soprattutto appariva disorientata. Ho capito che qualcosa non andava e ho fermato l’auto. Ho deciso di scendere e provarci». 
 
Nemmeno il tempo di frenare e la trentacinquenne era già di là del guardrail: «Ha scavalcato a metà della rampa e si è portata sopra l’autostrada, camminando lungo la rete metallica sopra il cavalcavia», continua Locanto, «le ho urlato: “Fermati, cosa fai? Come ti chiami?”. Ma non rispondeva, sembrava frastornata o sotto l’effetto di qualcosa. Così le sono corso incontro è l’ho afferrata attraverso la grata, cercando di tenerla schiacciata contro la rete, per non farla scivolare. Ho continuato a parlarle a farle sentire la mia voce. Per fortuna è arrivata subito a darmi man forte un’altra donna e poi un uomo, che ha avuto il sangue freddo di scavalcare anche lui il guardrail e raggiungerla lungo il cornicione esterno. È stato provvidenziale, anche perché io stavo ormai allentando la presa e temevo che mi potesse scivolare via. Lei non ha mai parlato, era visibilmente in confusione, all’inizio credevo fosse straniera. Le uniche parole che ha pronunciato sono state “ahi”, perché le tenevo la mano schiacciata contro la rete per non farla cadere. Io intanto continuavo a parlarle. Insieme l’abbiamo tenuta fino all’arrivo dei soccorsi. Non mi reputo un eroe, però credo che insieme l’abbiamo salvata. Se non mi fossi fermato e corso ad afferrarla, penso che si sarebbe lanciata subito». 

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