Le Galeries Lafayette pronte a sbarcare a Venezia
VENEZIA. Tre grandi gruppi stranieri in lizza per la gestione commerciale del Fontego dei Tedeschi, con La Rinascente - che sembrava la favorita - ormai defilata. È sicuramente della partita la catena parigina di grandi magazzini delle Galeries Lafayette - come da noi già anticipato - che sembra al momento in pole-position, ma insieme al gruppo francese altre due grandi catene commerciali straniere sarebbero pronte a farsi avanti, probabilmente una britannica e una statunitense.
Tra l'altro il gruppo transalpino controllato dalla famiglia Moulin è stato tra i partner dell'edizione della Biennale Arti Visive aperta da poco più di un mese, sostenendo in particolare il lavoro dell'artista francese Camille Henrot che si è poi aggiudicata il Leone d'Argento. I nomi che circolano - in questo caso, però, senza alcuna conferma neppure ufficiosa - sono quelli di grandi magazzini del lusso britannici come Harrod’s e, in seconda battuta Marks & Spencer e statunitensi (come Macy’s e Bloomingdale’s). Voci tutte da verificare ma che confermano un interesse internazionale per la gestione del Fontego dei Tedeschi, considerato un unicum per la sua storia e per la collocazione a un passo dal ponte di Rialto. Ma perché i grandi gruppi stranieri si fanno avanti solo ora, visto che l’operazione-Fontego dei Tedeschi è stata avviata da Edizione - la controllata del gruppo Benetton che ne è proprietaria - solo ora?
Il motivo è semplice è stata nella radicata sfiducia nella burocrazia e nel sistema della giustizia italiano che ormai si nutre all’estero e per cui con grande difficoltà si investe nel nostro Paese. C’era pertanto un diffuso scetticismo sul fatto che la trasformazione del cinquecentesco edificio già sede delle Poste centrali di Rialto in grande magazzino, andasse effettivamente in porto. Quando invece questo è avvenuto, i gruppi stranieri si sono subito fatti avanti, fiutando l’affare, anche in termini di immagine e presentando condizioni economiche e offerta di marchi per la commercializzazione più allettanti per il gruppo Benetton di quelli offerti da La Rinascente, con cui non era comunque stato stipulato ancora nessun contratto.
Sicuramente, con l’arrivo del gestore straniero, cambierà in parte l’identikit del nuovo Fontego, anche se ci sarà comunque, ad esempio, una parte riservata al cibo, come aveva proposto La Rinascente. Intanto Edizione resta in attesa dei permessi comunali per la trasformazione commerciale che dovrebbero arrivare tra ottobre e novembre e intanto prosegue con i lavori in corso che riguardano le indagini per il restauro delle facciate e le demolizioni interne che riguardano tutte le superfetazioni apportate dalle Poste negli anni Trenta. Il progetto della Rinascente per il Fontego dei Tedeschi prevedeva l'uso della corte come un campiello per bar e ristorazione diffusa sino a tarda ora, ospitando qui anche concerti o altri eventi. Il primo piano è previsto il reparto cosmetici e accessori per donna. Al secondo la collezione uomo. Al terzo la collezione donna. All'ultimo piano sotto il lucernario, previsto anche uno spazio dedicato all'artigianato veneziano. La previsione della Rinascente era di almeno sei milioni di frequentatori all'anno per il nuovo grande magazzino per renderlo economicamente sostenibile, con un investimento di circa 18 milioni di euro.
Il Gruppo. Galeries Lafayette è un gruppo francese specializzato nella grande distribuzione di prodotti non alimentari, con un settore destinato in particolare anche ai marchi della moda. All’estero il gruppo imprenditoriale francese è presenti tra l’altro a Berlino, ma non in Italia. Se essa acquisisse il Fontego dei Tedeschi per la gestione. realizzerebbe così a Venezia la prima presenza sul nostro territorio. Fino al 2005, il controllo del Gruppo Galeries Lafayette era esercitato di concerto dalle famiglie Moulin e Meyer, azionisti fondatori. Recentemente la famiglia Meyer si è ritirata dal capitale del gruppo e BNP Paribas, partner storico dell'impresa, si è presentato come acquirente dei suoi titoli. L’azienda transalpina risale addirittura alla fine dell’Ottocento
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