Le Ferrovie smantellano i binari verso il porto
CHIOGGIA. La tratta ferroviaria destinata al traffico merci sarà demolita. Così ha deciso la Rete ferroviaria italiana (Rfi) che sta già eseguendo i lavori nella stazione di Chioggia provocando anche disagi per la linea passeggeri che fino al 13 settembre viene sostituita con pullman.
Una doccia fredda per Aspo e Comune che proprio sullo sviluppo del porto stanno insistendo da tempo. Su Val da Rio negli ultimi 30 anni sono state spese decine di milioni di euro e demolirne il raccordo ferroviario significa bloccarne lo sviluppo. Dei lavori di demolizione lo si è saputo solo dai pendolari della tratta che hanno lamentato il disagio di dover raggiungere i luoghi di lavoro e di studio in pullman fino al 13 settembre perché sulla linea Chioggia-Rovigo sono in corso lavori. Il percorso che il treno esegue in un’ora e 7 minuti, in pullman richiede 1 un’ora e 40 minuti. I lavori però non sono di semplice manutenzione, perché se si legge l’informativa di Rfi si coglie che si tratta di una demolizione. Nella “modifica del piano del ferro” si legge che l’impianto di Chioggia sarà semplificato: verranno soppressi i binari dello scalo merci; verrà soppressa la linea che mette in collegamento il binario merci con il binario normale; verranno soppressi i deviatoi che mettono in comunicazione lo scalo merci; verranno soppresse le scarpe fermacarri dei binari III e V e quelle di protezione dei binari V e VI; verrà soppresso il raccordo “Val da Rio”.
In tutta la nota non compare mai la parola adeguamento, ma sempre soppressione. Chiaro quindi che si tratta di un depotenziamento che preoccupa non poco il Comune.
«La presa di posizione delle Ferrovie dello Stato», spiega il sindaco, Giuseppe Casson, «è del tutto incongruente con le prospettive di sviluppo della portualità chioggiotta e lagunare e andrà integralmente rivista. Sino ad oggi non vi è stata adeguata corrispondenza tra le importantissime infrastrutture portuali realizzate in Val da Rio negli ultimi 30 anni e la concreta operatività del nostro porto. Le prospettive vanno in una direzione radicalmente opposta e il mio lavoro è inteso a garantire l'inclusione della scalo chioggiotto in dinamiche più ampie, principalmente lagunari, ma non solo, le uniche capaci di assicurare futuro ad un porto che, se svincolato da logiche di sistema, rischia di non andare lontano». Il porto soffre da tempo di una crisi importante, aggravata dalla riduzione dei fondali e dalla necessità di un doppio rimorchiatore in entrata e in uscita a causa dei lavori in corso per sistemare il cassone del Mose.
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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