Le ferie sono un lusso fabbriche chiuse per crisi

Beltrame e Ilva presidiate, FIncantieri e Pilkington in cassa integrazione Migliaia di lavoratori col fiato sospeso aspettano la ripresa produttiva
Di Gianni Favarato

MARGHERA. Fabbriche chiuse o presidiate dai lavoratori in lotta per tenerle aperte. Basta fare un giro per le desolate strade interne di Porto Marghera per rendersi conto che la crisi sta cambiando i connotati a quello che un tempo era il più grande “polo industriale” del Veneto. Gran parte delle industrie a del Petrolchimico - da Montefibre, alla Vinyls fino agli stabilimenti dell’ex Enichem - sono chiuse da tempo, ridotte a scheletri di acciaio che aspettano solo di essere smontati. Stessa fine hanno fatto i più importanti impianti siderurgici: Sava, Alumix, Primario Alcoa. Di fabbriche attive e ferme per le tradizionali ferie d’agosto ce ne sono poche. La cassa integrazione per “crisi di mercato o di credito” imperversa e ormai coinvolge migliaia di lavoratori che sono costretti a restare a casa, in attesa della “ripresa”.

Acciaierie Beltrame. In via del Commercio, accanto a Fincantieri, la portineria presidiata dai lavoratori delle acciaierie Beltrame (ex Sidermarghera) che due tre giorni hanno ricevuto l’avviso di licenziamento per “crisi di mercato”. Ma i lavoratori che si danno il turno per presidiare giorno e notte lo stabilimento dello stabilimento del gruppo vicentino Afv Beltrame, le ragioni dell’annunciata chiusura sono altre: «la delocalizzazione e la possibile e lucrosa speculazione sull’area ora occupata dagli impianti produttivi e della annessa banchina portuale per la quale hanno ottenuto poche settimane da un rinnovo della concessione dell’Autorità Portuale per i prossimi 25 anni». Proprio per denunciare «la crisi camuffata» della Beltrame Fiom-Cgil e Fim-Cisl hanno indetto per la prossima settimana uno sciopero con corteo in città e hanno lanciato un appello all’amministrazione comunale con la quale si incontreranno mercoledì prossimo.

Ilva (ex Italsider). Poco distante dalla Beltrame, in via dei Sali, i lavoratori dell’Ilva, controllata dal gruppo Riva che ha i lsuo più grosso stabilimento a Taranto. Giovedì scorso, dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento di Taranto per ordine della magistratura che indaga sulle morti causate dagli scarichi inquinanti dell’acciaieria, anche i lavoratori del sito veneziano utilizzato come basa logistica dal gruppo Riva hanno bloccato Mestre con un corteo in solidarietà dei colleghi pugliesi e per salvare il loro posto di lavoro.

Pilkington. Nello stabilimento di via delle Industrie del gruppo giapponese Nsg dove si producono vetri speciali per l’edilizia in questi giorni si sta lavorando a pieno regime, ma solo per riempire i magazzini in previsione della fermata di alcuni mesi che inizierà il prossimo settembre con il ricorso a contratti di solidarietà. Il potente forno della fabbrica sarà messo in «stand by», ma il suo riarrivo dipende dalla ripresa del settore edilizio, tuttora senza prospettive.

Fincantieri. I cantieri navali che costruiscono navi da crociera sono scattate le ferie, ma solo per metà dei mille dipendenti. L’altra metà è in cassa integrazione, in attesa di un secondo ordine da Costa Crociere. Centinaia di lavoratori delle imprese dell’indotto, invece, sono già stati licenziati.

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