Le ex caserme aprono al settore agricolo
CEGGIA. Negli spazi che hanno ospitato le ex basi militari di Ceggia potranno insediarsi nuove aziende e startup nel settore agricolo e dell’allevamento, con una particolare attenzione allo sviluppo delle coltivazioni biologiche.
«Puntiamo al recupero delle vecchie basi per creare imprenditoria e quindi lavoro», ha commentato il sindaco Mirko Marin. Il primo cittadino ha presentato al consiglio comunale l’atto d’indirizzo da inviare all’Agenzia del Demanio per il riutilizzo delle ex caserme di via Piavon e di via Ponte Romano.
Da ricordare che il Comune aveva acquisito le due aree alcuni anni fa. «L’amministrazione si è messa in contatto con il Demanio proponendo un’idea di riutilizzo delle ex basi e trovando piena condivisione da parte dell’Agenzia», ha aggiunto Marin. Che poi ha sottolineato come sia positivo che il Demanio abbia stabilito di stanziare 30 mila euro per la redazione dello studio di fattibilità del progetto, dimostrando di credere nella proposta avanzata dal Comune.
«Considerato che nell’ex base di lancio vi è stato poco consumo del suolo, in quanto sono presenti solo gli ex hangar e i relativi bunker, si ipotizza il recupero dell’area a favore di insediamenti agro-alimentari o nell’ambito dell’allevamento», ha proseguito Marin, «una delle peculiarità per gli insediamenti può essere la caratterizzazione bio della produzione. La base logistica potrebbe diventare invece il naturale ambito di supporto alle attività produttive, con la possibilità di creare aree amministrative, di stoccaggio e lavorazione dei prodotti ed eventuale commercializzazione a chilometro zero».
Dai banchi dell’opposizione, è arrivato il via libera anche dalla lista “Fare per Ceggia”. Unico voto contrario quello del consigliere del M5S, Ernesto Rigoni. «Il M5S riconosce lo sforzo dell’amministrazione nel voler destinare tali aree a un uso prevalentemente agricolo, ma ritiene che tale progetto sia stato costruito senza aver coinvolto in fase preliminare associazioni di categoria degli agricoltori, università e Regione», ha sottolineato Rigoni, giudicando il progetto di difficile realizzazione e avanzando la proposta alternativa di destinare le aree all’avvio del ciclo completo per la coltivazione della canapa.
Marin però ha ricordato come in questa fase si tratti solo di dare un indirizzo di riuso a scopo agricolo delle ex basi: «Sarà lo studio di fattibilità adesso a fornire indicazioni più dettagliate circa le possibilità concrete di sviluppo di queste aree».
Giovanni Monforte
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