Le cinque ordinanze scontentano tutti Proteste e reclami

Libertà di navigazione alle barche da trasporto, dalle 4 del mattino alle 22 e dalle 8 alle 20 nei giorni festivi. È un’altra delle novità contenute nel pacchetto di ordinanze approvate l’altra sera a Ca’ Farsetti dalla conferenza dei servizi (Comune-Capitaneria- Magistrato alle Acque) che entreranno in vigore da lunedì. Novità che fa protestare gondolieri e comitati. Le barche da trasporto infatti avevano prima fasce orarie più ristrette, adesso sono autorizzate a percorrere i rii della città anche nei weekend e la sera. Facile prevedere disagi e conflitti con chi – come i gondolieri – usa le rive nelle stesse ore. Novità che non soddisfano nemmeno i diretti interessati. «Troppa confusione», dice Emiliano Ghira, vicepresidente dei Trasportatori della Confartigianato Venezia, «sbagliato non dare precedenza alle gondole, da 200 anni è così, adesso si cambia? È assurdo poi che ci siano limiti di velocità diversi, vaporetti a 11, taxi a 9, merci a 7. Per forza ci sono i sorpassi». Non sono stati modificati i limiti di accesso, fino a 15 tonnellate per il Canal Grande e 10 per i rii minori. La larghezza massima resta 3 metri per il rio di Noale, rio Novo e Ca’ Foscari, 2,80 per Santi Apostoli, Gesuiti, San Trovaso e San Vio.
Proteste arrivano anche per l’ordinanza che riguarda le barche a remi. Il Comune ha infatti vietato la percorrenza in Canal Grande e in una decina di altri rii definiti «di collegamento» di jole, dragon boat, pattini, pedalò, tavole a vela o a remi. E poi alle canoe, kajak e ai “sandolini”. Terminologia quest’ultima sconosciuta in laguna. Forse significa che non possono passare i piccoli sandoli, cioè le barche a remi? Mistero. Delusione e proteste anche da parte dei canoisti e dei kajak. «Ridicolo pensare che il problema della sicurezza sia provocato dai kajak», dice in una nota la Cna, associazione artigiani che rappresenta società e associazioni. Una, fondata da due ragazzi con sede a Santa Marina, affitta le piccole imbarcazioni con guida. «Un modo per riscoprire la laguna andando a remi, con regole ben precise di navigazione», dicono, «perché vietare il passaggio?». Se le piccole imbarcazioni si mettono davanti ai vaporetti, continua la Cna, «esiste il regolamento di circolazione. Ma perché non farli passare per i rii minori?». Le associazioni hanno già chiesto un incontro urgente al commissario Vittorio Zappalorto per avere chiarimenti. Con l’obiettivo di «tutelare la sicurezza della navigazione», le cinque ordinanze modificano in realtà poco rispetto alla gran mole di traffico pesante.
Per i taxi viene reintrodotto il divieto di passaggio in Canal Grande prima delle 15 per i “fuori turno e il noleggio”. Ma «a discrezione del comandante è possibile ormeggiare al pontile di Rialto e scaricare i clienti». Sistema per aggirare il divieto di passaggio e i controlli dei vigili.
Complicatissima anche l’ordinanza che disciplina il traffico di gondole a Rialto. Nessun divieto, ma obbligo di procedere in fila indiana e tenere la destra (per chi va da Rialto a San Silvestro), obbligo di tenere la sinistra per chi va da San Silvestro a Santa Sofia. Divieto di attraversamento e di sorpasso, obbligo di dare la precedenza ai vaporetti. Divieto di passaggio a Rialto, infine, per le barche da diporto (4% del traffico totale) dalle 8 alle 12.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia