Le bici del bike sharing? Vanno a ruba

Dalla ripresa del servizio (giugno) spariti o danneggiati 50 mezzi su 85. E gli utenti sono dimezzati in meno di due anni
Di Francesco Furlan

Le hanno rubate (quasi) tutte. Di nuovo. E non c’è da stupirsi se poi gli iscritti al servizio sono dimezzati nell’ultimo anno e mezzo.

Il bike-sharing non funziona: i furti di biciclette ci sono in tutte le città ma non con le proporzioni che si registrano nel centro di Mestre. I motivi sono almeno due: la presenza di un gruppo di persone specializzato nel furto di biciclette, poi caricate nei furgoni e vendute all’esterno - come sostiene anche Avm - e la troppa facilità con cui è possibile staccare le biciclette dalle colonne dalle 18 stazioni delle città: a salvarsi sono le sole due del Lido di Venezia, in piazzale Santa Maria Elisabetta e in via Candia. Dalla ripresa del servizio, avvenuto lo scorso 16 giugno, sono state rubate o danneggiate - alcune proprio durante tentativi di furto - oltre 50 biciclette tanto che oggi la flotta complessiva, è costretta ad ammettere Avm società di gestione del servizio, è di circa 35 mezzi contro gli 85-90 che sarebbero necessari per far ben funzionare il servizio. Se poi consideriamo che una parte di queste bici sono in servizio per chi si sposta al Lido, non è difficile capire perché le postazioni della stazione ferroviaria - lato Mestre e lato Marghera - di piazzale Donatori di Sangue e di piazzale Cialdini, per citarne solo alcune, siano quasi sempre desolatamente vuote.

La recrudescenza dei furti di bici, o di loro parti, è stata registrata ad agosto. Da Avm allargano le braccia, e spiegano di aver fatto il possibile, installando alcune telecamere di controllo, utilizzando un software per aumentare la sicurezza nei ciclo-posteggi, garantendo una manutenzione quotidiana della flotta. Gli utenti però si sono stufati: non erano pochi quelli che, arrivando in città con il treno e lavorando in centro avevano ben pensato di fare l’abbonamento. Dopo le prime disavventure hanno desistito, e tra loro c’è anche chi è passato al mono-pattino. Al 31 dicembre del 2012, prima che iniziasse la razzia di massa, gli iscritti al servizio erano 871, e tutto lasciava ben sperare per una maggiore diffusione del bike-sharing, con l’incremento progressivo del numero di biciclette e stazioni.

I dati oggi raccontano tutta un’altra storia, perché gli iscritti sono appena 503. Che fare quindi? Nei prossimi giorni saranno ripristinate ulteriori 50 biciclette, ma ogni decisione più incisiva è rinviata alla primavera con l’obiettivo, in accordo tra Avm e Comune, di trovare una soluzione che funzioni davvero, utilizzando sistemi di ancoraggio alle colonne più recenti e più efficaci. Fino alla prossima primavera sarà meglio andare a piedi.

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