«Le baby gang scatenate contro bengalesi e italiani»

Bettin interviene dopo le aggressioni a Marghera: «Numerose vittime dei bulli che devono essere puniti dalla legge. Ma servono anche progetti di recupero»
Foto Agenzia Candussi/Scattolin/Piazza Mercato, Marghera / Vedute di piazza Mercato
Foto Agenzia Candussi/Scattolin/Piazza Mercato, Marghera / Vedute di piazza Mercato
«Il gruppo di giovanissimi bulli e teppisti che in questi giorni è tornato al meritato disonore delle cronache va messo al più presto in condizione di non nuocere. Gli attacchi a cittadini di Marghera originari del Bangladesh configurano certamente un’odiosa aggravante di stampo razzista e dunque rappresentano un ulteriore motivo per intervenire urgentemente, stroncando anche il senso di spudorata impunità che il gruppo sembra condividere». Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, interviene con forza contro le baby gang che in questi ultimi tempi sono tornate a seminare il terrore tra i bengalesi.


L’ultima aggressione in ordine di tempo risale a sabato sera in piazza Mercato, vittima un fruttivendolo originario del Bangladesh che aveva subìto un tentativo di rapina del portafogli da parte di tre giovani. Il connazionale che era intervenuto in suo aiuto era stato picchiato con un bastone. Per l’episodio, un 19enne, rintracciato dalla polizia la stessa sera al bar, è stato denunciato per rapina in concorso, per i complici l’identificazione dovrebbe essere prossima. La sera prima, tre operai bengalesi della Fincantieri erano stati accerchiati e insultati da un gruppo di ragazzi alla fermata Actv a Sant’Antonio. Gli stranieri non avevano reagito, continuando per la propria strada. A fine luglio era stato preso di mira il portone di vetro del palazzo di via Rinascita abitato solo da bengalesi.


«Tali odiose gesta non sono affatto isolate. Anche parecchi cittadini italiani subiscono le prepotenze e le angherie di questo gruppo che si dilata o si contrae nel numero di componenti a seconda delle occasioni, ma che si può ricondurre a un comune ambito di teppismo, piccolo spaccio, furti e violenze, con punti di ritrovo localizzati in cui si incrociano diversi giovani o giovanissimi, all’incirca una dozzina di persone più stabilmente, un po’ di più o un po’ di meno a seconda delle circostanze», prosegue Bettin nella sua analisi, «In questa fase va usata la forza della legge senza indugio per far cessare le aggressioni razziste e la prepotenza contro chiunque. Ma per almeno una parte dei soggetti in questione, data la giovanissima età, va pensato anche un progetto di recupero sociale ed educativo, responsabilizzando le stesse loro famiglie e, nel caso, specie in presenza di minori, chiamandole a rispondere direttamente di fronte alla legge. Alla comunità originaria del Bangladesh e a chiunque sia stato colpito da questi e altri soggetti va la vicinanza e la solidarietà della Municipalità di Marghera».


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