Le assenze per assistere i figli, alla Cav non ricadranno più sui premi di risultato

Storico accordo traggiunto tra la concessionaria autostradale e le organizzazioni sindacali, per favorire le famiglie
Luisa Serato presidente di Cav-Concessioni autostradali venete
Luisa Serato presidente di Cav-Concessioni autostradali venete

MESTRE. Nelle aziende, il dialogo tra proprietà e lavoratori - per fortuna - non è sempre scontro: anzi, può portare a novità importanti che, si spera, possano essere solo un'avanguardia per altri.

E' il caso dell'intesa "nascosta" in un comma di un accordo aziendale di secondo livello firmato tra Cav-Concessioni autostradali venete (che gestisce amche il Passante di Mestre, per intendersi) Cgil e Uil per non far più incidere sulle assenze - come invece avveniva sinora - i concedi parentali per assistere figli o genitori, ai fini della distribuzione dle rpemio di produttività aziendale.

Sinora, infatti, in tutt'Italia, a differenza di maternità, permessi sindacali, infortuni e così via, i congedi parentali incidevano sulle assenze, uno dei parametri per arrivare al premio di produttività aziendale.

Tradotto: mamme e papà decisi a prendersi cura dei figli neonati avrebbero scontato questa scelta a fine anno con un premio di risultato ridimensionato. Prassi comune in moltissime aziende ma non più in CAV - Concessioni Autostradali Venete - che ha sottoscritto sabato scorso, insieme a Filt Cgil e Uiltrasporti un accordo aziendale di secondo livello in proposito.

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All'interno della contrattazione aziendale, concordata dopo una serie di incontri spicca la sottrazione dei congedi parentali al calcolo delle assenze, cancellando così una discriminazione indiretta e favorendo, invece, concretamente, le pari opportunità nella genitorialità.

«La proposta, avanzata non a caso da una donna, la segretaria regionale della Filt Cgil, Federica Vedova, - spiega Luisa Serato, presidente di CAV - mi ha trovata subito pienamente d'accordo. A mio avviso è l'unica autentica norma in grado di incidere concretamente sulle pari opportunità. È d'altronde evidente a tutti che questo aspetto dell'accordo favorirà anche i neo papà. L'ideale sarebbe che temi come questo, prima o poi, arrivassero da uomini e non sempre e solo dalle donne. Allora avremmo realmente realizzato le pari opportunità».

L'accordo siglato nei giorni scorsi presenta, però, molti altri aspetti innovativi rispetto a un panorama nazionale in cui i risultati auspicati sono il mantenimento dei posti di lavoro. Si parte dal premio di produttività che, per la prima volta viene articolato in base a parametri misurabili, parte da 2.200 euro l'anno.

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