Le alienazioni: dall'area Bellinato di Mestre all'Isola delle Grazie

L'Usl 12 è il più grosso proprietario immobiliare di Venezia: ecco cosa risulta al catasto
Antonio Fadoan e Fabio Gava
Antonio Fadoan e Fabio Gava
VENEZIA. L'Usl 12 Veneziana è peggio di Fregoli. Negli uffici del Catasto e della Conservatoria è indicata con 15 nomi diversi: Azienda Ulss n. 12, Ulss 12, Unità locale socio-sanitaria n. 12, Azienda Unità locale, Asl 12, Azienda Ulss 12, Ulss 11, Azienda Ulss Veneziana ufficio patrimonio. E avanti con queste varianti da trasformista. Perfino l'Inpdap di Roma, che ha (o aveva) beni immobili in centro storico, li ha fatti accatastare (o se li è visti accatastati) sotto lo stesso codice fiscale dell'Usl 12 diretta da Toni Padoan. E' chiaro che un ente era il braccio destro dell'altro. Se si tiene conto che l'Usl 12 è il più grosso proprietario immobiliare di Venezia assieme all'Ire, fare una ricerca sugli immobili che ha venduto è come partire per una caccia al tesoro in Amazzonia. Con tassa di iscrizione di 6 euro per ogni occhiata: è il costo che la Conservatoria - unico ente che fa testo sul titolo di proprietà - chiede per esaminare ogni singolo atto. Un'occhiata fulminea, perché tutto è informatizzato.


L'efficienza si paga, giusto. Peccato che un'occhiata non basti. Ce ne vuole come minimo una seconda perché l'atto non riporta i nomi dei contraenti: 4 euro per saperlo, c'è lo sconto. E il prezzo di vendita? Altri 4 euro per esaminare il cartaceo. Poi ci sono gli inconvenienti tecnici. Spesso la numerazione dei mappali non è in linea tra enti: il Catasto dei terreni può non coincidere con quello dei fabbricati e tutt'e due avere trascrizioni diverse in Conservatoria.


C'è un altro modo per entrare in questa giungla: partire da palazzo Balbi. La legge (Dlgs 52/92) prevede che sia la giunta regionale ad autorizzare le Usl. E dal 2007 la legge regionale n.23 impone anche il parere della VI commissione del Consiglio. Si direbbe un controllo incrociato, dunque un monitoraggio perfetto. Calma: nelle delibere regionali si tace spesso il prezzo, perché l'iter è solo all'inizio. Oppure il prezzo indicato non è quello effettivamente raggiunto nella vendita. O la vendita stessa non è mai avvenuta perché l'asta è andata deserta. In questo caso l'Usl può passare alla trattativa privata, ma nelle delibere regionali non risulta l'ombra di un acquirente.


Nulla vieta naturalmente che siano le Usl a dare notizie su se stesse. Ma nell'ipotesi migliore è l'oste che parla del suo vino. Nella peggiore, ci sono due modi per non far sapere le cose: 1) non dirle, 2) sommergere di dati chi fa domande, provi a trovare le risposte se è capace.


Con tutti questi limiti ecco il patrimonio immobiliare dell'Usl 12 Veneziana di cui la Regione Veneto ha autorizzato la vendita negli ultimi 15 anni. Nel 1994 con delibera 6 dicembre n.27 la giunta regionale su proposta dell'allora assessore alla sanità Paolo Cadrobbi, presidente Aldo Bottin, autorizzava allo svincolo di destinazione sanitaria per alienazione immobili vari situati in Venezia, Mestre, Mogliano e Scorzè. Totale presunto di ricavato di vendita lire 3.662.000.000 da destinare alla realizzazione del Centro Servizi nell'area ex Bellinato, Mestre.


In precedenza, sempre nel 1994, con delibera 2158 del 18 maggio, su proposta dell'allora assessore alla sanità Roberto Buttura e presidente della giunta Giuseppe Pupillo (tempo di Tangentopoli), era stato autorizzato lo svincolo di destinazione per alienazione di 11 unità immobiliari, tutte in Venezia centro storico, valore presunto 7.520.000.000 lire, da destinare a «finanziamento di opere di adeguamento delle strutture ospedaliere».


Un anno dopo, non essendo ancora arrivato un quattrino dalla complessa operazione di vendita, l'assessore alla sanità Iles Braghetto con delibera n. 4611 del 5 settembre 1995, presidente Giancarlo Galan, autorizza l'anticipo di 2 miliardi e 600 milioni di lire per l'urgenza degli interventi (sale operatorie, servizi rianimazione ecc).


Nel 1999, con delibera 4761 del 28 dicembre, sempre Braghetto, con presidente Galan, autorizza la trattativa privata per la vendita dell'area Bellinato (Mestre, via Cipressina, superfice 2 ettari e 18) essendo andata deserta l'asta pubblica; il prezzo base che viene indicato è 9.900.000.000 lire, stessa quotazione della gara d'asta.


Nel 2001, con delibera 1700 del 29 giugno, la giunta regionale su proposta dell'assessore Fabio Gava, presidente Galan, autorizza l'Usl 12 Veneziana alla vendita del complesso immobiliare Isola Santa Maria delle Grazie, valore presunto 20 milioni di euro, e di 77 immobili tutti situati nel centro storico di Venezia (esclusi 2 a Mestre e 2 a Treviso) valore presunto 32 milioni di euro.


Nel 2003, con delibera n. 3588 del 28 novembre, l'assessore Fabio Gava, presidente Galan, propone e la giunta autorizza a vendere: a) l'ex sede dell'Usl 11 a Venezia Dorsoduro 3493-94, per un valore che una commissione accerterà; b) parte del complesso ospedaliero G.B.Giustinian, in quel momento in locazione all'Università Ca' Foscari, per un valore anche qui ancora da accertare; c) l'isola Santa Maria delle Grazie, la cui vendita era già stata autorizzata ma che non vale più i 20 milioni di euro presunti nel 2001: ha un «valore di realizzo prudenzialmente stimato dall'Azienda Usl 12 in 10,329 milioni di euro» (si sono sbagliati di metà?!); d) il complesso immobiliare Ospedale Umberto I di Mestre, il cui valore «è stato stimato prudenzialmente dall'Azienda Usl 12 tra i 30 e i 35 milioni di euro» (si tengono più larghi!).

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