Lazzaretto Nuovo, lo Stato chiede gli arretrati ai volontari
Canoni non pagati per il pontile. E la vicenda così finisce in Tribunale. L’avvocato: «Incredibile» Fazzini: «Da 30 anni curiamo l’isola lavorando gratis». Il progetto del grande museo della laguna
Quindicimila euro di arretrati. Più mille euro di canone l’anno. Per fare i volontari e badare al patrimonio archeologico dello Stato si deve pagare. È la storia incredibile dell’associazione Archeoclub, fondata da Girolamo Fazzini, che da trent’anni ha in cura l’isola del Lazzaretto Nuovo. Dal 2013 è anche in vigore un protocollo d’intesa con il ministero dei Beni culturali che affida ai volontari la gestione e la sorveglianza dell’isola e del Lazzaretto Vecchio. Ma un altro ufficio dello Stato, il Provveditorato alle Opere pubbliche di Venezia (ministero delle Infrastrutture) ha scoperto che per andare sull’isola i volontari utilizzano la barca. Dunque, l’ormeggio va pagato. Multe su multe e alla fine la contestazione più pesante: «Occupazione abusiva di spazi demaniali».
L’associazione ricorre al giudice, e l’ udienza è stata fissata per il 20 ottobre. «Abbiamo cercato di spiegare», dice l’avvocato Andrea Grigoletto, «che quell’ormeggio serve per effettuare un incarico istituzionale. Cioè la vigilanza a titolo gratuito nell’isola e la custodia dei depositi archeologici della Soprintendenza e di tutti i reperti trovati in laguna. Una vicenda incredibile. Lo Stato da una parte chiede servizi necessari alla tutela del suo patrimonio, dall’altra vuole far pagare i volontari». Fazzini ha recuperato un’isola prima abbandonata e l’ha trasformata in un centro culturale.
Adesso sono numerosi gli studiosi e i ricercatori che vengono nell’isola per ammirare le meraviglie del Tezon Grande, il più grande edificio della laguna dopo le Corderie dell’Arsenale, adibito per decenni a Lazzaretto, dove merci e uomini provenienti dall’Oriente sospetti di peste venivano tenuti in quarantena. L’isola viene visitata da docenti e studiosi, finestra d’eccezione sulla laguna non ancora invasa dal turismo. Da qualche anno fa parte del grande progetto benedetto - ma non ancora finanziato - del ministero dei Beni culturali. Al Lazzaretto Nuovo e nell’isola del Lazzaretto Vecchio al Lido, di recente restaurata e anch’essa affidata per la vigilanza ad Archeoclub, dovrebbe trovar posto il nuovo museo della laguna. Reperti archeologici e testimonianze che saranno presto visitabili.
Un gioiello che adesso ha visto accendersi i riflettori per le proiezioni annunciate dalla Biennale cinema. Che merita però attenzioni maggiori.
«I due Lazzaretti fanno parte di un progetto unitario», dice Fazzini, «grazie al lavoro dei nostri volontari sono adesso ripuliti e sorvegliati. Speriamo che il progetto del museo parta al più presto». Intanto c’è da risolvere l’emergenza demaniale. Se dovesse pagare decine di migliaia di euro per lavorare, Archeoclub potrebbe chiudere i battenti. E con essa il futuro dei due Lazzaretti, monumenti storici di prima importanza per ricostruire il passato della Serenissima.
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