L’avvocato Carlin a processo per il reato di tentata estorsione
PORTOGRUARO. Rinviato a giudizio con le ipotesi di reato di infedele patrocinio e tentata estorsione l’avvocato Massimo Carlin di Portogruaro. Lo ha stabilito ieri il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pordenone, Alberto Rossi. L’udienza è stata rinviata al 17 maggio.
I fatti risalgono al 2015. L’avvocato Carlin era stato incaricato dal legale rappresentante della Postet, una società che effettuava il servizio di recapito della corrispondenza per conto del Comune di Belluno, di presentare alcuni ricorsi amministrativi proprio contro l’amministrazione. Il cliente, un bellunese, aveva versato, come prevede la normativa, il cosiddetto “contributo unificato”, ovvero la tassa da pagare per l’iscrizione a ruolo di un procedimento. Nel caso specifico, un procedimento dinnanzi al Consiglio di Stato.
Stando all’accusa - le indagini sono state coordinate dalla pubblico ministero Maria Grazia Zaina - lo studio legale Carlin avrebbe ricevuto ma non versato il contributo unificato come invece previsto. Al che il cliente aveva revocato il mandato all’avvocato, il quale aveva presentato la parcella: 19 mila euro in tutto, di cui 5.000 euro di onorario e il resto di spese sostenute dallo studio. Il cliente non aveva saldato il conto e da parte dello studio erano scattate varie richieste di estinzione del debito. Di qui, secondo la Procura di Pordenone, la configurazione del reato di tentata estorsione.
«C’è stato un disguido con un cliente, chiariremo la situazione davanti al tribunale», ha chiarito l’avvocato Marco Vassallo del Foro di Venezia, difensore di Carlin, «Non era certo l’avvocato che si occupava del versamento del contributo unificato, c’è stato un disguido all’interno dello studio con le segretarie».
L’avvocato Vassallo, nel corso del dibattimento, punta a «dimostrare la buona fede» del suo assistito.
L’avvocato Carlin era già finito al centro di un’inchiesta giudiziaria. Il 17 settembre 2007 era finito in manette assieme al dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Lignano Sabbiadoro con l’accusa di concussione. Nel 2011, il giudice aveva riunito i procedimenti per il reato di concussione relativo ai fatti di Lignano e concorso in corruzione per Portogruaro, e per gli episodi di concussione di San Michele e Chioggia. Il legale dell’avvocato aveva trovato l’accordo con la rappresentante dell’accusa, concordando per il suo assistito il patteggiamento della pena di due anni di reclusione.
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