Lavoro nero, sigilli ai laboratori cinesi

Multe per 60 mila euro. I carabinieri hanno chiuso tre aziende di abbigliamento

SPINEA. Mancanza di igiene, sovraffollamento, lavoro nero e clandestini. I Carabinieri del Nucleo operativo del gruppo per la tutela del Lavoro di Milano e del Nucleo Ispettorato del lavoro di Venezia unitamente agli ispettori della Direzione territoriale del Lavoro di Venezia, con il supporto dei reparti dell’Arma locale, hanno proceduto in questi giorni, a una serie di controlli in laboratori di confezioni gestiti da persone di nazionalità cinese. Sopralluoghi che hanno portato al sequestro di tre aziende su sei, sanzioni per 60mila euro e quattro denunciati. I laboratori che ruotano tutti attorno al mondo dell’abbigliamento, si trovano in provincia di Venezia, nello specifico nei Comuni di Scorzè, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala, Mirano e Cavarzere. Dei sei laboratori complessivamente controllati, tre sono stati posti sotto sequestro per violazioni gravi in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro: impianti elettrici non a norma, mancanza di estintori, significative carenza di igiene nei bagni e negli ambienti di lavoro, abusi edilizi, vale a dire commistione tra ambienti di lavoro e spazi predisposti a “dormitorio” e cucina, mediante l’utilizzo di pareti fittizie in cartone. Si lavorava, si mangiava, si abitava, tutto (o quasi) nello stesso spazio. Nell’ambito dei sopralluoghi, sono stati trovati a confezionare prodotti, sei lavoratori “in nero” di cui tre clandestini, tutti di Cavarzere, e applicate due sospensioni dell’attività imprenditoriale. Sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Venezia quattro persone di nazionalità cinese, e contestate sanzioni amministrative e ammende per 60mila euro. I militari hanno provveduto a informare Inps ed Agenzia delle Entrate, per i recuperi contributivi e la verifica di eventuali ipotesi di evasione fiscale, dal momento che alcuni lavoratori percepivano il compenso in “nero”, oltre che gli uffici tecnici dei Comuni, sede delle ditte ispezionate, per verifiche di carattere edilizio e urbanistico. Adesso, per riaprire, dovranno mettersi in regola e pagare. L’attività e le operazioni svolte, rientrano in una più ampia azione di contrasto al lavoro sommerso e alle violazioni in materia di sicurezza e igiene negli ambienti di lavoro, da tempo messa in atto dai reparti specializzati dei Carabinieri che operano in stretta sinergia con le direzioni territoriali del lavoro e con le stazioni locali, su direttiva del Ministero competente. I controlli in negozi, laboratori, aziende, proseguiranno.

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