Lavoro nero, il caso in Tribunale

Chioggia. Montanariello (Pd) e Dolfin (Lega) chiamano i legali: ipotesi danno erariale e d’immagine
Di Elisabetta B. Anzoletti

CHIOGGIA. Strascico in tribunale per la vicenda del lavoratore in nero pizzicato dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro negli uffici di Sst al mercato ittico. Il Comune è stato sanzionato e costretto ad assumere il pensionato per almeno tre mesi, ma i consiglieri di opposizione Jonatan Montanariello (Pd) e Marco Dolfin (Lega), che hanno portato a galla la vicenda, vanno oltre dando mandato ai legali per capire se ci siano margini per chiedere il danno di immagine alla città, per dimostrare la violazione della privacy per il trattamento dei dati sensibili da parte di un soggetto che non aveva titolo per farlo e per danno erariale.

Il caso risale alla notte del 16 febbraio. I due dipendenti di Sst che prestano servizio nell’area del mercato ittico sono in malattia e la società comunale ovvia alla mancanza di personale chiamando al lavoro un ex dipendente, in pensione dal 2015, «con un rapporto di collaborazione di due giorni».

Nella stessa notte un sopralluogo dei militari del Nil rileva la presenza del lavoratore sprovvisto di un contratto ritenuto regolare e procede con le sanzioni: 3.000 euro per il lavoro in nero (e obbligo di assunzione del pensionato per almeno tre mesi) e 2.411 euro per non aver trovato nell’ufficio alcuni documenti importanti. Il fatto che il sindaco Alessandro Ferro abbia minimizzato l’episodio accusando i due consiglieri di strumentalizzazione e di ave divulgato informazioni non corrette, scatena una dura reazione dell’opposizione, pronta a portare il caso in Consiglio comunale, nella prossima seduta del 16 marzo, e anche in tribunale.

«Sembra davvero una barzelletta», sbotta Dolfin, «non solo abbiamo un Comune che non conosce le regole base del lavoro, ma addirittura sentiamo un sindaco dire che il lavoratore non era in nero, ma irregolare... Questi amministratori si prendono pure la briga di contestare il nucleo dei carabinieri sostenendo che le sanzioni sono illegittime. Ho ricevuto decine di telefonate di gente allibita da quello che è successo. Molte di disoccupati che mi chiedono come sia possibile che un ente pubblico si comporti così».

I due consiglieri, dopo un accesso agli atti, hanno ottenuto copia dei verbali notificati dai carabinieri. «Che il lavoratore fosse in nero non lo diciamo noi», spiega Montanariello, «lo dicono i carabinieri nel verbale, almeno cinque volte. Le multe, anche se loro vogliono contestarle, sono scritte nero su bianco. Il loro pagamento, più l’assunzione del pensionato per tre mesi, costerà alle casse comunali oltre 10.000 euro. Con quei soldi si poteva far ben altro, se lo ricordino quando dicono che Sst non ha i soldi per la manutenzione del verde. Con i nostri avvocati stiamo cercando di capire quali e quanti profili di reato ci possano essere in tutto questo pasticcio, l’ennesimo dell'amministrazione Ferro», concludono Montanariello e Dolfin, «ci auguriamo che, dopo le verifiche che il sindaco ha promesso, ci sia l’azzeramento dei vertici di Sst».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia