Lavoro nero a Venezia: sospensione per due negozi etnici
VENEZIA. Lavoratori irregolari al servizio in due esercizi commerciali etnici del centro storico di Venezia. Sono finiti nel mirino dei Carabinieri del Comando Provinciale e del Gruppo Tutela Lavoro di Venezia.
Nell’ambito di una ampia attività di monitoraggio finalizzata al contrasto del lavoro nero o irregolare e alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, i Carabinieri del Comando Provinciale di Venezia e del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Venezia, con il supporto anche dei militari del 4° Battaglione Carabinieri di Mestre, hanno effettuato 14 accessi ispettivi in aziende gestite da cittadini extra U.E. nelle zone di Castello, Rialto e Cannaregio, rilevandone 6 aziende irregolari a vario titolo.
A Castello in un ristorante cinese è stato trovato intento al lavoro un lavoratore “in nero” extra UE, per cui al ristorante è stata applicata la sospensione dell’attività imprenditoriale, come previsto dalla normativa di contrasto al lavoro nero, quando la percentuale dei lavoratori in nero superava il 20% del totale della manodopera impiegata.
In zona Cannaregio sorpresi “in nero” altri due lavoratori stranieri, rispettivamente in un ortofrutta bengalese ed in un ristorante egiziano, mentre in un ristorante cinese venivano contestate violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro per un importo di circa 25 mila Euro.
L’accertamento interessava anche la zona di Rialto dove veniva sanzionato sia un negozio di parrucchiere gestito da cittadini albanesi, che un bar cinese dove veniva sorpreso l’impiego “in nero” di una cittadina filippina, per il quale si provvedeva anche in questo caso alla sospensione dell’attività lavorativa.
In totale venivano dunque esaminate dai Carabinieri Ispettori del Lavoro 38 posizioni lavorative, delle quali 32 riguardanti cittadini extra – UE, con la scoperta di 4 lavoratori “in Nero”, tutti di origini extra UE, regolari sul territorio nazionale, con applicazione di 2 sospensioni delle attività imprenditoriali.
Nel complesso sono state elevate sanzioni amministrative per 16.000 euro ed comminate ammende per 25.659 euro.
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