Lavori d’escavo dei fossi indaga la Corte dei Conti
Tutti gli incartamenti per i lavori per la sistemazione idraulica di Fossò sono finiti alla procura della Corte dei Conti. Potrebbe infatti designarsi il danno erariale ai danni del Comune di Fossò per gli interventi eseguiti, nel 2010, dall’amministrazione dell’ex sindaco Luciano Compagno attuale consigliere di minoranza e candidato alla Camera per l’Udc nella sezione Veneto 2.
L’amministrazione guidata dal sindaco Federica Boscaro, infatti, ha spedito tutta la documentazione ai giudici della Corte dei Conti in merito ai lavori di escavo dei fossati eseguiti due anni fa su tutto il territorio.
Dopo l’adozione, da parte della giunta dell’ex sindaco di centrosinistra Guido Carraro, in concomitanza con il Piano degli interventi, del Piano delle acque, l’amministrazione Compagno, dopo le alluvioni che hanno caratterizzato il biennio 2008-2010, aveva infatti attuato una serie di interventi di sicurezza idraulica nella stragrande maggioranza su aree di proprietà privata.
L’attuale amministrazione, in sede di accertamento di bilancio, si è vista costretta a verificare la legittimità della competenza amministrativa ma anche di quella economica in quanto sono stati utilizzati beni capitali del Comune derivanti da alienazioni per effettuare opere di straordinaria manutenzione su aree che in realtà sono private.
L’ente inoltre si è chiesto se la procedura di appalto applicata sia corretta in quanto si è autorizzato l’intervento in due trance da 700 e da 600mila euro, per un ammontare complessivo di un milione e 300 mila euro.
Tale procedura oltre a evidenziare il carattere di non urgenza risulterebbe non legittima vista l’entità degli importi in quanto l’utilizzo del meccanismo d’urgenza bypassa il bando di gara europeo previsto per le opere pubbliche di tale importo. Ora la Procura presso la Corte dei Conti di Venezia sarà quindi invitata dagli esposti presentati dai privati cittadini e dall’amministrazione di Fossò ad aprire un’inchiesta per verificare la legittimità dell’intervento dato che non è stato nemmeno effettuato un programma di manutenzione successiva. Il Comune, secondo quanto denunciato dagli esposti, si sarebbe sostituito all’obbligo di manutenzione dei privati previsto dal regolamento comunale di pulizia idraulica approvato con il Piano delle acque.
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