L’autopsia per sapere come è morta Sabine

Il pm ha aperto l’inchiesta, la Capitaneria dovrà fare chiarezza sulle responsabilità
BIBIONE. L’inchiesta sulla morte della piccola Sabine è aperta e il pubblico ministero veneziano Roberto Terzo ieri ha disposto l’autopsia. Proseguno, intanto, gli accertamenti degli uomini della Capitaneria di porto, che stanno raccogliendo le testimonianze di tutti coloro che erano presenti al momento della tragedia in modo da ricostruire con la maggiore precisione possibile i fatti. L’esame autoptico deve innanzitutto chiarire se la bambina è morta a causa dell’annegamento o se sia deceduta per un malore. Nel secondo caso, infatti, non vi sarebbero resposabilità da parte di alcuno. Mentre nel primo toccherà all’autorità giudiziaria appurarlo. Sabine, infatti, sarebbe morta dove l’acqua era bassa e, dunque, bastava davvero poco tirarla su e salvarla. Se il medico legale incaricato dell’autopsia troverà nei suoi polmoni l’acqua significa che la piccola è caduta, scivolata o forse non toccava più la sabbia con i piedini e, sotto il livello del mare, ha tentato di respirare ingerendo acqua.


La bimba era stata affidata alla colonia del Centro italiano femminile di Bibione e martedì mattina intorno alle 10 era in spiaggia assieme ad altre decine di ragazzi, ad accompagnarli due educatori. All’ora del bagno - gli addetti al salvataggio avevano issato la bandiera rossa perché il vento aveva creato onde - ma i bambini erano vicino alla riva, dove il livello dell’acqua probabilmente non superava il metro. Quello però è bastato. Gli uomini della Capitaneria di porto hanno il difficile compito di ricostrire minuto per minuto quello che è accaduto. Dovranno sentire sopratutto i due accompagnatori: dove erano, a quale distanza si trovavano dal gruppo, chi ha dato per primo l’allarme. Anche i bambini potrebbero avere qualcosa da riferire, forse hanno visto Sabine anaspare, chiedere aiuto se l’ipotesi dell’annegamento è quella giusta. Nel caso di un malore, magari dovuto all’acqua fredda, la piccola camerunense potrebbe aver perso conoscenza, essere svenuta senza chiamare, senza chiedere di essere aiutata. Difficile in questo caso, stabilire le responsabilità. Per primo, comunque, dovrà farlo il pubblico ministero veneziano, che affidando l’autopsia dovrà decidere se avvisare, oltre ai genitori della piccola deceduta, anche altri, possibili indagati per omesso controllo.


E’ evidente che dovrà essere chiarito quali compiti svologono gli educatori, quanti devono essere e quanti erano in servizio o, meglio, a ognuno di loro quanti bambini possono essere affidati. Le responsabilità, infatti, potrebbero non fermarsi a chi stava sulla spiaggia a contatto con i bambini, ma allargarsi a chi aveva organizzato la discesa in spiaggia e con quali servizi di controllo. E toccherà ancora una volta alla Capitaneria di porto indicare gli organici della colonia del Cif, la divisione dei ruoli e i vari incarichi.
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