L’auto? In tempo di crisi si rottama
L’automobile è diventata per molte famiglie veneziane un peso di cui liberarsi. Si rottamano nel Comune e in Provincia più auto di quante vengono sostituite con mezzi nuovi da immatricolare. Una tendenza nazionale, confermata dai dati locali diffusi ieri dall’Automobil Club di Venezia che ha analizzato l’andamento del mercato delle auto nel corso del 2013.
Lo scorso anno il saldo tra i veicoli nuovi immatricolati in provincia di Venezia e quelli rottamati è di meno 4.389 automobili. Lo scorso anno, nei 44 Comuni del Veneziano, sono state 14.870 immatricolazioni di auto contro ben 19.259 radiazioni. Nel Comune di Venezia, saldo negativo per 1.933 autoveicoli (7.681 le radiazioni contro le 5.748 prime iscrizioni). In tutto il Veneto, nel 2013 il parco di autovetture circolanti ha perso 29.932 unità: a fronte di 101.361 nuove immatricolazioni, infatti, ci sono state 131.293 radiazioni. Tra le province il calo maggiore è stato quello di Treviso, seguita da Vicenza. Venezia è terza, seguita da Padova, Rovigo e Belluno. Insomma, in tempo di crisi economica si rinuncia molto più facilmente alla vecchia auto.
«Sono dati allarmanti», dice il presidente di Aci Venezia, Giorgio Capuis, «che dimostrano come ormai il costo di mantenere un’automobile sia diventato per molte famiglie insostenibile in questi tempi di crisi. Per questo rilanciamo al Governo e alle forze politiche l’appello perché si metta fine alle politiche di inasprimento delle imposte che gravano sulle tasche degli automobilisti».
Secondo Capuis, la scelta di rottamare l’auto dipende dalle difficoltà di sostenere la spesa di sostituire l’auto con una nuova, assieme ai costi di gestione che lievitano, dal carburante al ballo, dall’assicurazione alle manutenzioni. E allora si rinuncia, preferendo per muoversi autobus e treni. «La situazione è ancor più grave», dice ancora il presidente dell’Automobile Club veneziano, « se si considera che chi rinuncia ad avere un’auto molto spesso deve fare poi i conti con un servizio di trasporto pubblico non sempre efficiente, come le notizie della cronaca attestano quotidianamente».
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