Lauro Vianello, dall’artigianato orafo alla meditazione
Dall’artigianato orafo al convento. Lauro Vianello, 65 anni, è uno degli artisti veneziani più famosi nel mondo per le sue opere di alta gioielleria fatte a mano, nel solco della grande tradizione degli «Oresi» della Serenissima. Adesso ha deciso di cambiare vita. Chiuso il suo laboratorio in Lista di Spagna «Troppa concorrenza, spese troppo alte», dice, «in questa città l’artigianato è morto. Quando ho cominciato, nel 1981, i laboratori degli orafi erano 250, oggi ne sono rimasti solo 5 o 6. Un declino pauroso che non si ferma». Lauro, carattere mite e silenzioso, ha sempre avuto una passione per il sacro e i canti gregoriani. Adesso dà una mano ai custodi della Basilica di San Marco e passa molto del suo tempo in chiesa. Oppure a San Francesco del Deserto, l’isola dei frati in mezzo alla laguna, tra Burano e Sant’Erasmo. «Ci vado spesso a meditare», racconta sorridendo».
Nell’opera di Vianello, nato a Cannaregio e tuttora abitante in Lista di Spagna, ci sono centinaia di pezzi pregiati. Orecchini, diademi, crocifissi. Piccole opere d’arte lavorate a mano, sui modelli dei gioielli medievali. Vianello è famoso in tutto il mondo, ha esposto in America e Inghilterra, molte riviste specializzate gli hanno dedicato intere pagine. Un’arte che adesso rischia di andare perduta. «Avevo proposto alla Provincia, al Comune e e alla Regione di insegnare l’arte orafa ai giovani, anche gratuitamente», dice, «ma nessuno mi ha mai risposto. Allora ho decisio di mollare e di cambiare vita». Così il burbero Vianello è uscito dal suo negozio di Cannaregio, a fianco dello storico Caffè Poggi, e si è ritirato in chiesa. Il figlio Davide, che lo aiutava nei primi tempi, ha cambiato attività. E del piccolo museo di Vianello adesso resta poco o niente. «I turisti mordi e fuggi preferiscono gli oggetti fatti inserie, l’artigianato di Taiwan», dice, «per l’arte degli Orafi non c’è più mercato». Un altro colpo al futuro dell’artigiano lo hanno dato gli affitti, sempre più cari e insopportabili per chi vive del proprio lavoro. Anche qui, da decenni si parla della possibilità di introdurre affitti per le attività economiche tipiche ad equo canone. Ma non se ne è mai fatto nulla. Così tutti chiudono i battenti, e gli orafi si sono ridotti da 250 a meno di una decina. E Vianello si è dato alla meditazione.
Alberto Vitucci
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