Laureata allo Iuav con Bettini. «Venezia è la mia seconda patria»

VENEZIA. Vula Tsetsi, greca di Ioannina, due figli, quattro lingue scritte e parlate, è considerata una dei leader emergenti dei verdi europei, di cui è segretario generale in europarlamento. Dove vi siede, nel gruppo dei verdi Efa da quattro legislature.

Considera l’Italia e Venezia in particolare la sua seconda patria. Con la città ha infatti un particolare rapporto di amicizia avendo frequentato all’inizio degli Anni Novanta l’Istituto di architettura dove si è laureata con Virginio Bettini, di cui è stata anche assistente parlamentare al tempo del suo incarico a Strasburgo per i Verdi europei.

A Venezia ha vissuto a lungo e mantiene tuttora una serie di relazioni privilegiate. Giusto ieri pomeriggio ha partecipato a un convegno on line sulle opportunità che il piano Next generation Eu può sprigionare per la città.

Lei si è laureata a Venezia, con Virginio Bettini, scomparso lo scorso settembre: può parlarci del tema della sua tesi di laurea? In generale, quale legame tuttora coltiva con questa città?

«Ho un bellissimo ricordo della mia università e dei miei professori di allora – spiega –. Virginio Bettini e il professor Zambrini hanno seguito la mia tesi sulle politiche Europee dei Trasporti e come renderle compatibili con l’ambiente e uno sviluppo sostenibile. Sono ancora molto legata a Venezia e alla famiglia che mi «aveva adottata», a Gabriella e Etele e ai loro figli. Mi capita ancora di andare a Venezia, suonare al loro campanello senza avvisare e essere ricevuta come se il tempo non fosse mai passato. Inoltre da anni, con i Verdi Europei cooperiamo con i Verdi di Venezia, questa intesa e collaborazione ha già portato i suoi frutti e speriamo di potere contribuire ulteriormente per far rinascere la città nel migliore dei modi». —

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