«L’aumento della Tari? Deciso dal Comune»

Chioggia. Veritas si chiama fuori, Barbara Penzo attacca: i cittadini pagano la cattiva amministrazione

CHIOGGIA. Le tariffe dello smaltimento rifiuti? «Le decidono i politici», parola di Veritas; «Era il sindaco che doveva pensarci prima» parola di Barbara Penzo. Continua la querelle sull’aumento di oltre il 10% della Tari deciso sabato dalla maggioranza del Consiglio comunale. Dal rimpallo delle colpe, si chiama fuori Veritas, accusata di esigere pagamenti sproporzionati rispetto al servizio fornito. L’azienda ribadisce «la più totale e assoluta correttezza del proprio operato, sempre rispettoso delle norme e dei dettati di legge» e sottolinea che è l’amministrazione comunale a fissare «gli standard e i livelli del servizio» e, quindi, a stabilire i costi; che «l’approvazione delle tariffe e del regolamento della Tari spetta al Consiglio comunale» e che la relativa delibera «è stata approvata nella seduta del 27 giugno 2014», quando, va ricordato, la maggioranza non era quella attuale. Insomma, Veritas esegue semplicemente ciò che chiede l’amministrazione pubblica e le tariffe sarebbero una conseguenza del livello di servizio.

Quanto ai «crediti inesigibili», essi sono calcolati «secondo rigidi parametri di legge e sono una posta del bilancio comunale, non di Veritas».

La palla, quindi, viene rilanciata nel campo politico e qui è la candidata del centrosinistra, Barbara Penzo, a stigmatizzare l’accaduto. «Trovo alquanto scorretto, ingiusto e probabilmente illecito che siano i cittadini a pagare l’incapacità e l’inerzia di una cattiva amministrazione facendo così ricadere economicamente sui cittadini stessi il peso di una responsabilità mancata», dice la Penzo, chiamando in causa il sindaco, Giuseppe Casson, che, nei due anni passati, «non ha mai fronteggiato il problema reale e concreto del mancato pagamento della Tari da parte di utenze non domestiche», mentre ora avrebbe deciso l’aumento della tariffa in base a «una strategia politica strumentale alla campagna elettorale».

Barbara Penzo definisce «demagogiche» le soluzioni proposte in questi giorni da qualche candidato (leggi Marcellina Segantin che ha promesso, in caso di elezione, la restituzione degli aumenti ai cittadini) e, a sua volta, ritiene «utile e opportuno agire celermente e tempestivamente per una risoluzione del problema, attraverso tavoli di concertazione tra impresa, istituzione e cittadinanza che, tra le altre cose, avrebbe già dovuto essere stata avviata da tempo».

Diego Degan

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia