L’attesa per M9. «Un museo che cambierà ogni cinque anni»

Lo storico Gianni Toniolo conferma il piano di rinnovamento Milleduecento invitati sabato alla giornata di apertura

MESTRE. M9, meno due all’inaugurazione del museo del Novecento che si guadagna le pagine dei quotidiani nazionali. Il racconto del Novecento, in chiave tecnologica, è un modo per rendere più attrattiva la nostra storia, conferma lo storico Gianni Toniolo, docente della Luiss e coordinatore del comitato scientifico del museo. «Il Novecento è il secolo in cui l’Italia cambia completamente, il secolo delle grandi trasformazioni. In quest’ottica Mestre era il posto perfetto, il posto che da tanti punti di vista, a cominciare dalla sua storia urbana e industriale, poteva essere preso a metafora del Novecento».

Esposizione che cambia

E il museo senza opere d’arte ma con migliaia di documenti, video, foto, informazioni da toccare e sfogliare, dice Toniolo, dovrà stare al passo con i tempi e con la velocità con cui cambia la tecnologia: «Dovrà rinnovarsi ogni 5 anni, il rinnovamento non fa solo parte della natura tecnologica ma anche della interpretazione della storia: negli anni cambia il modo in cui si legge il passato», spiega Toniolo a “Repubblica”. Perché, dice, la storia è «pensare al futuro».

M9 si prepara dunque alla giornata inaugurale di sabato. Saranno 1.200 le persone che parteciperanno ai vari appuntamenti della giornata di vernissage del museo di Mestre. Dall’Ava ( associazione veneziana albergatori) non segnalano, al momento, alcun aumento di prenotazioni di camere alberghiere ma l’attenzione è tanta.

I momenti ufficiali

La giornata inizia alle 11 del mattino con l’apertura istituzionale con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che arriva a Mestre assieme al ministro della Cultura del governo gialloverde, Alberto Bonisoli.

Ci saranno anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro e il presidente della Fondazione di Venezia, Giampietro Brunello che ha portato in porto l’operazione da 110 milioni di euro assieme al consiglio generale della Fondazione e a Valerio Zingarelli, ad di Polymnia. Con loro Mathias Sahuerbruch e Louisa Hutton, i due architetti che hanno progettato il museo.

Visita per associazioni

Oltre al momento istituzionale ci sarà nel pomeriggio una apertura riservata alle associazioni della città, accreditate. La sera si terrà, dalle 19 fino alle 23, un grande party (per parteciparvi occorre registrarsi sul sito di M9) che vedrà danze verticali sulle pareti colorate del museo, musica dal vivo e immagini di celebri film nell’auditorium mentre nel chiostro dell’antico convento, trasformato in area commerciale, robot pittori ritrarranno il pubblico realizzando ritratti tecnologici da portare a casa come ricordo. Chiude la festa la musica di Dj Spiller.

Un museo per giocare

La discoteca c’è anche dentro il museo, nella seconda delle due sale dove il racconto del Novecento diventa spazio pop, dal cinema alla letteratura e alla musica.

Accanto a spezzoni di film con Totò, Sordi e la Loren ecco una stanzina dove scatenarsi a ballare in gruppo le musiche del Novecento: solo muovendosi tutti assieme il volume si alza. È una delle sorprese del museo dove si impara, si conosce e si gioca.

Lo hanno capito il migliaio di residenti che hanno partecipato alle cinque prove aperte al pubblico per testare il funzionamento di schermi, specchi, video, installazioni, visori oculus, giochi interattivi. Da domenica 2 dicembre il viaggio sarà per tutti.


 

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