Lastroni sconnessi in piazza Indipendenza

San Donà. I danni sarebbero provocati dai mezzi autorizzati a transitare nel salotto della città

Lastroni sconnessi, i cittadini sono preoccupati per il futuro e la stabilità di piazza Indipendenza. Hanno scattato anche delle foto notando che in alcuni punti le lastre di granito baveno suddivise in piccole piastrelle si sono sollevate. Ma il Comune ha accertato subito, con l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Zottis, che si trattava solo di un tombino, che si sovrappone al lastricato, forse alzato dal transito dei veicoli che hanno l’autorizzazione a passare attraverso la piazza.

I problemi per la piazza non finiscono mai dopo la famosa riqualificazione, costata oltre tre milioni e un anno di lavori con la chiusura totale. Si sono formate anche delle crepe sulle pavimentazioni in cotto veneziano sotto i portici, mentre tra le frese delle piastrelle al centro dell’agorà o dove si trovano le terrazze dei locali si sono infilati, gettate dai soliti incivili, centinaia di mozziconi di sigaretta, nonostante le sanzioni previste di cento euro che finora non sono state mai applicate.

Le uniche sono state quelle elevate ai danni di una famiglia straniera che aveva lasciato salire un bambino sul monumento, anche questo vietato, o a una spogliarellista che fu denunciata assieme all’organizzatore di un evento fuori programma, Marco Lo Faro poi condannato.

La fontana, sempre rotta, dovrebbe essere sistemata una volta per tutte nei prossimi giorni, dopo che è stato individuato un problema alle pompe dell'acqua. Purtroppo la piazza è molto delicata e necessita di una manutenzione costante, di una cura amorevole come fosse un salotto. La pavimentazioni in cotto devono essere pulite e lucidate regolarmente, la fontana è soggetta a manutenzione continua. Quanto alla pavimentazione in granito baveno, divenuta celebre perché di fatto vietata alle donne con i tacchi alti e sottili, è anche questa delicatissima perché bianca e si sporca facilmente. (g.ca.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia